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Il nuovo diesse Doriano Tosi: un nome, una garanzia

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Il nuovo diesse Doriano Tosi: un nome, una garanzia

Evidentemente, i colori blucerchiati erano nel suo destino. Parmense di Sorbolo, 57 anni, persona seria e competente: ecco il dirigente che affiancherà alla Sampdoria il direttore generale Gasparin.

18_tosiSoltanto il nome è sinonimo di garanzia. Si chiama Doriano, il nuovo direttore sportivo della Sampdoria. Doriano Tosi, per la precisione. Sarà lui ad affiancare il neodirettore generale Sergio Gasparin per quel che riguarda la parte tecnica della società di Corte Lambruschini. Il nome è – già di per sé – tutto un programma, ma non c’è solo questo. Dietro alla scelta degli azionisti e alla carta d’identità di questo pacato emiliano di 57 anni, dagli occhi piccoli e vispi, tinti di un azzurro intenso, c’è una persona seria e affidabile, un dirigente di campo capace che fece le fortune del Modena di Amadei e che il blucerchiato – evidentemente – lo aveva nel destino.

Sorbolo. Il pallone e Doriano Tosi, una storia cominciata a Sorbolo, novemila anime a una dozzina di chilometri da Parma. Lì, nei primi anni Cinquanta, Tosi si appassiona come tanti, come tutti, allo sport degli Italiani: lo pratica per parecchie stagioni, proprio nel Sorbolo, raggiungendo la Prima Categoria. Poi, a trent’anni, gli impegni nell’azienda per la quale lavora – la Immergas di Brescello, dove entrò nel 1973 – lo portano ad abbandonare il calcio giocato. Addetto al commerciale, all’amministrazione e pure spedizioniere, Romano Amadei gli apre una porta pensando di affidargli la gestione tecnico-amministrativa del suo Brescello.

Brescello. Siamo nel 1984/85. Quasi a metà tra Reggio e Parma, nella cittadina di Don Camillo e Peppone, Tosi intraprende una carriera da tuttofare. Il binomio con Amadei porta i suoi frutti: nel giro di poche stagioni i gialloblù scalano le categorie e nel 1995 conquistano una storica Serie C1. Oltre al calcio, Doriano continua intanto a operare in ditta. È per questo che quando il presidente del Modena Gigi Montagnani lo chiama, nel novembre ’99, per guidare i canarini, Tosi tentenna. Il professionismo vero e proprio – in una piazza decisamente più ambiziosa del Brescello – lo stimola ma al tempo stesso lo spaventa. A convincerlo ad accettare la proposta è proprio Amadei, che gli garantisce un appoggio nel caso di un malaugurato fallimento.

Modena. A onor del vero, l’avventura modenese non parte sotto i migliori auspici: i gialloblù navigano nei bassifondi della graduatoria di C1 e soltanto l’arrivo al comando di Gianni De Biasi evita una sciagurata retrocessione. Nel 2000/01 si riparte dunque con un progetto serio e ambizioso, messo in atto malgrado la scomparsa del patron Montagnani. È lì che Tosi si rivela e si conferma manager di livello e qualità – portando tra gli altri sulla via Emilia Balestri, Legrottaglie e Milanetto -, capace di conquistare nello stesso anno promozione diretta in B e Supercoppa di Lega.

Richelieu. L’entusiasmo, la competenza e altri colpi del direttore generale sorbolese – Ballotta, Mauri, Kamara, Domizzi e Rabito – permettono al Modena di raggiungere l’impensabile al termine di una cavalcata incredibile. Nel febbraio 2002, Amadei – suo mentore in Immergas e nel Brescello – rileva una società lanciatissima verso la Serie A e la posizione di Tosi si rafforza. È lui il Richelieu di una squadra allestita con oculatezza certo, ma anche col chiaro intento di vincere programmando: il secondo posto vale il Paradiso a distanza di 38 anni dall’ultima volta.

Tappe. La prodigiosa salvezza nella stagione 2002/03 rappresenta un altro tassello nell’ascesa del direttore, che nel frattempo – per motivi familiari – non aveva ceduto alle lusinghe di Riccardo Garrone, nuovo presidente della Sampdoria. Il divorzio dal Modena si consuma soltanto due anni dopo, nel febbraio del 2004: Tosi va, per 8 mesi, a prestare servizio al Parma di Sacchi e Prandelli. Parentesi breve ma formativa che si conclude col ritorno al gialloblù dei canarini, nel frattempo caduti in cadetteria. Un porto, quello modenese, capace di riaccoglierlo ancora nel 2007, immediatamente dopo un’altra puntata non troppo fortunata fuori dalla natia Emilia, al Torino di Urbano Cairo.

Destino. Il terzo e ultimo distacco con la società di Amadei è datato estate 2008. Dal gennaio 2009, Doriano Tosi prende il comando amministrativo del Padova e, dopo averlo riportato in Serie B attraverso i play-off di Lega Pro, lo lascia nell’estate successiva di comune accordo con la società. La città di Sant’Antonio è l’ultima tappa prima dell’arrivo ufficiale alla Sampdoria. Per la soddisfazione di tutti, a distanza di 8 anni, il matrimonio s’ha finalmente da fare. Perché – evidentemente -, con quel nome che si porta appresso, certi colori erano proprio nel suo destino.

Nella foto Pegaso, Doriano Tosi, nuovo direttore sportivo dell'U.C. Sampdoria.

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