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Mazzarri: «Anche contro l’Inter non partiamo battuti»

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Mazzarri: «Anche contro l’Inter non partiamo battuti»

Conferenza stampa della vigilia per il tecnico della Samp Walter Mazzarri, che non crede ad un'Inter in crisi: «Non scherziamo, io la partita col Livorno l'ho vista… Ma possiamo far bene anche a San Siro».

25_mazzarriA due giorni appena dalle tensioni del derby, Walter Mazzarri ha la testa a Milano: Inter-Sampdoria, non si scappa. Serve concentrazione, serve attenzione. Serve, per uscirne vivi, una prestazione da grande squadra. Perché ad un'Inter in difficoltà, come gliela dipingono, Mazzarri non ci crede manco un po'.

Macché crisi. Parte da qui, la conferenza stampa della vigilia. Dal tecnico della Samp davanti alla televisione domenica pomeriggio, occhi a Livorno: «Che l'Inter sia in difficoltà dopo quel che ha fatto lì, proprio no…». Poi allarga il concetto, Mazzarri: «Lo so, i giudizi sono quasi sempre condizionati dal risultato. Io preferisco guardare il campo, la prestazione, e sono convinto che se quella partita la rigiocano così altre cinque volte passano sempre di due o tre… Guardate che il calcio è negli episodi, se sta scritto che non devi vincere non vinci: a te non entra, gli altri fanno mezza cosa e segnano. E ripenso alla partita con l'Aalborg, tanto per dirne una». Tradotto: Inter in salute, eccome. «E' una squadra che sta bene, forte non solo negli undici che vanno in campo ma in tutta la rosa – risponde deciso il toscano -. Diciamo le cose giuste, come stanno: probabilmente è la più forte del campionato. Ma questo non vuol dire che se noi ci esprimiamo al massimo non ne possa uscire una grande partita…».

Convinzione. Eccolo, Mazzarri. Uno che riconosce il valore degli avversari, ma allo stesso tempo crede ciecamente nella forza delle proprie idee: «E sono uno che vuol fare cose buone», precisa lui. Che a tornare a casa felice non rinuncia: «Io penso che non si parta battuti – spiega, sicuro -. Chi andrà in campo darà battaglia, e tutti insieme cercheremo di combinare qualcosa di importante per raccogliere dei punti: se si fanno le cose al meglio può uscir fuori un'ottima partita anche contro chi ci è superiore… Ecco, ci tengo a non perdere mai di vista questo principio».

Senza respiro. Una cosa va tenuta d'occhio, ed è il livello della tensione: una partita come quella di domenica sera ne crea a chili, e smaltirla in due giorni non è poi cosa semplicissima. Mazzarri lo sa: «Scarichi a San Siro? E' possibile, purtroppo. Ma si farà di tutto per evitarlo. Il problema è che ieri s'è fatto il defatigante come necessario e io ho un solo allenamento, per riuscirci». Tasto dolente, questo: «Mi dà fastidio giocare ogni tre giorni – ammette l'allenatore blucerchiato -, non hai il tempo per preparare le cose a dovere e devi condensare il lavoro di una settimana in una volta sola. Non vedo l'ora che arrivi la sosta (a metà ottobre, ndr) per poter rimanere un po' sul campo con la squadra, andare in profondità, provare qualcosa di diverso… Perché la crescita di un gruppo passa anche da qui, dagli allenamenti tutti insieme: finché non ci riesci, qualcosa in partita si paga».

Gli infortuni. «Abbiamo iniziato a rivedere la luce». Sorride, Mazzarri: già nel derby la lista degli infortunati era più corta del solito («Ma mi sarebbe piaciuto affrontarlo con qualche uomo e qualche giorno in più», puntualizza il mister). «In difesa soprattutto qualcuno l'abbiamo recuperato – riprende lui -, ma la situazione era e resta quella che sapete… Montella ha preso una botta al ginocchio e non ci sarà, Volpi ha giocato con un'infiltrazione e ne ha risentito, come previsto: preferisco si fermi anche lui e si curi a dovere per averlo poi a posto con l'Atalanta, non voglio che si trascini l'infortunio nel tempo». Due assenze mica da ridere, insomma: «E poi Maggio fuori – aggiunge Mazzarri -, e mi spiace perché Zenoni è un ragazzo eccezionale e tira la carretta, ma non mi riesce di concedergli un po' di riposo… Sì, con l'Aalborg ho allargato Sammarco: ma era una cosa estemporanea, non una soluzione per tutte le occasioni». E si torna ad un discorso già sentito: «Bisogna che i ragazzi stiano bene, perché io li mandi in campo. Devo puntare sul loro rendimento massimale, questo calcio non ti consente di concedere all'avversario tre uomini. Voglio far giocare gente integra, che stia bene: perché quando qualcuno non è al massimo si vede, e la squadra ne risente».

I minuti di Cassano. C'è Cassano, nei pensieri dei giornalisti. Gioca, a Milano? «L'idea è quella di aumentare progressivamente il minutaggio – conferma Mazzarri -. Antonio è arrivato a preparazione iniziata, devo portarlo piano piano al livello degli altri e giustamente devo farlo nelle partite che contano: è un giocatore importante, chiaro che voglio farlo crescere. Ma tenete anche presente che così mi gioco un cambio, e devo stare bene attento a non sbagliare il momento per mandarlo dentro: ha fatto venti minuti molto, molto bene, ma se lo metto dentro troppo presto e quando serve non ne ha più? Ne ho, di variabili da tener presenti…».

Punti persi. E' comunque soddisfatto, Walter Mazzarri. La Samp gli è quasi sempre piaciuta, e il vento cambierà: «Presupposti per segnare – ricorda – ne abbiamo sempre creati, solo che non ci è girata granché bene. Però guardo cosa abbiamo fatto noi e guardo quel che gli altri hanno fatto a noi: io credo che sin qui si meritava qualcosina di più. Anzi, senza qualcosina: abbiamo lasciato dei punti per strada, tra scarsa lucidità al momento giusto, sfortuna e defezioni varie. Ma prima o poi capiterà anche a noi di tirare una volta e vincere».

Io e Montella. Scivola verso la fine, la conferenza stampa. E Montella salta fuori: quel cambio non gli è andato giù, dicono. Mazzarri non si sottrae, non è nelle sue corde: «Io non so cosa vi siate messi in testa – sorride ai giornalisti -, ma vi dico chiaro che tra me e lui c'è un grosso rapporto personale e una buona intesa. Se volete sapere del cambio, io vi dico che un giocatore contento di essere levato a me non garberebbe mica: non avrebbe l'orgoglio che ci vuole per mettermi in difficoltà. E poi sono io che devo scegliere, no? Tutti i miei ragazzi sanno che qualunque cosa decida è per seguire la mia logica, e la mia logica dice che voglio sempre migliorare. Che voglio vincere».

Multimedia. Guarda l'intervista video.

Nella foto Pegaso, Walter Mazzarri durante la conferenza stampa di Bogliasco.

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