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Primavera, beffa su rigore: grazie lo stesso ragazzi

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Primavera, beffa su rigore: grazie lo stesso ragazzi

La Primavera di Alberto Bollini perde lo Scudetto di categoria al 90' della finalissima di Bressanone. Una beffa, una sconfitta che fa male: che non cancella, però, la storica cavalcata.

19_ferraribolzoniPuoi odiare il calcio, dopo certe partite. Per lo stesso motivo per cui lo ami: perché nulla è mai troppo scontato da risultare certo. Perché tutto può essere deciso in un niente. Inter-Sampdoria, finale del campionato Primavera Tim Giacinto Facchetti edizione 2006/2007, il 45° scudetto dei ragazzi che si affacciano al mondo del pallone dei grandi. Torneo vero come sono veri quelli ai piani superiori, prestigioso ed importante, sempre di più ogni anno che passa. La Sampdoria di mister Bollini perde il tricolore al 90' della finalissima di Bressanone, su calcio di rigore. Cronaca impietosa di una serata da cuore in gola. Raccontare il cammino dei giovani blucerchiati è doveroso prologo al culmine di un'avventura che – comunque sia andata a finire – resterà negli almanacchi del Doria.

La strada verso la finale. I giovanotti di belle speranze in casacca blucerchiata chiudono terzi nel gruppo A della stagione regolare, accedendo così ai playoff dove negli ottavi di finale incontrano la Lazio. Il primo passo verso la final eight del campionato è falso: Bollini e compagnia perdono 3-0 l'andata alla Sciorba, ribaltando poi tutto nel retour-match di Roma, terminato 4-0 per i doriani (ai supplementari), tra lo stupore e l'ammirazione degli addetti ai lavori. La Samp inizia a credere in qualcosa di bello e si presenta in Alto Adige con la convinzione giusta. Nei quarti – risultato oltre il quale il club non era mai andato – ecco la Juventus campione d'Italia: la banda Bollini vince 6-4 dopo i calci di rigore, al termine di un incontro vietato ai deboli di cuore. In semifinale è l'apoteosi: 2-1 alla temibile Atalanta, sarà finale contro l'Inter di Vincenzo Esposito già beffata dalla Juventus, in questa stagione, sia in Coppa Italia sia in Supercoppa.

Massima attenzione. Il tecnico Alberto Bollini conferma in toto gli undici che hanno battuto i bergamaschi in semifinale, ripresentandoli di fronte all'Inter. La gara inizia subito sotto l'insegna del rispetto per l'avversario e del timore di vedersi sfuggire un traguardo lontano solo un passo. Occasioni da gol se ne vedono infatti ben poche, lo spettacolo fa spazio alla tattica e alla corsa. L'Inter si fa vedere con maggior piglio dalle parti di Fiorillo, creando però ben poco in termini di opportunità concrete. Si fanno notare in particolare l'attaccante Balotelli e Jonathan Biabiany, imprendibile quando parte sulla destra. La Samp risponde con il lavoro sporco di Romeo e i guizzi dell'americano Ferrari. Come detto, non ci sono grandi spunti da segnalare nella prima fase, a parte il furibondo baccano dei sostenitori sampdoriani giunti da Genova (ben due pullman partiti dal capoluogo ligure, più le macchinate assortite) a dar manforte alla squadra.

La beffa. Si passa dunque alla ripresa che inizia con un Doria più reattivo ed intraprendente rispetto al primo tempo. I fatti da raccontare avvengono comunque tutti nell'ultimo quarto d’ora. Decisivo, a conti fatti, l'infortunio di capitan Donato, atterrato male dopo uno straordinario recupero su Balotelli (28') e costretto ad abbandonare la finale alcuni minuti dopo l'ingresso dei soccorsi. E' il 32' quando Bianco prende il posto di Donato, schierandosi sulla sinistra e lasciando Rossini e Ciancio centrali, con Enow a destra. La Samp spinge molto di più sugli esterni, ma paga qualcosa in mezzo alla retroguardia, concendendo un penalty all'Inter proprio al 90'. Balotelli entra in area, Rossini va in scivolata e lo tira giù (contatto in realtà cercato con esperienza dal nerazzurro): per Cafari è rigore, rigore che Balotelli realizza chirurgicamente, spiazzando Fiorillo e regalando all'Inter il sesto scudetto Primavera della sua storia.

A testa alta. Nel finale, proteste della Samp per un fallo di mano di Maa Boumsong proprio sulla linea di porta, durante l'ultimo disperato assalto alla porta interista (48'). Sarà l'ultima emozione di Inter-Samp, ultima emozione di una cavalcata in ogni caso storica, in ogni caso da almanacco del calcio targato Doria. Si esce da Bressanone con il cuore attraversato da una ferita profondissima, si esce con una beffa che ha del clamoroso, si esce a testa alta. Sicuri ed orgogliosi di aver messo tutto, tutto quel che si poteva mettere. Questo è il calcio e domani è un altro giorno. Difficile da digerire ora, d'accordo, ma perdere così è (quasi, purtroppo) come non perdere.

Inter             1
Sampdoria   0

Rete: 45' s.t. Balotelli (rig.).
Inter (4-4-2): Tornaghi; Fais, Bonucci, Conrotto, Fautario; Biabiany (47' s.t. Figliomeni), Bolzoni, Maa Boumsong, Puccio (38' s.t. Pedrelli); Ribas, Balotelli (46' s.t. D. Esposito). A disposizione: Belec, Litteri, Maaroufi, Cocchiere. Allenatore: Vincenzo Esposito.
Sampdoria (4-4-2): Fiorillo; Ciancio, Donato (32' s.t. Bianco), Rossini, Enow (46' s.t. Soddimo); Cucciniello, Da Mota, P. Castellazzi, Koman; Ferrari, Romeo. A disposizione: Di Gennaro, Azor, Compagnone, Marilungo, Pondaco. Allenatore: Alberto Bollini.
Arbitro: Cafari di Cassino.
Note: ammoniti al 21' p.t. Da Mota, al 42' p.t. P. Castellazzi, al 43' p.t. Bonucci, al 34' s.t. Balotelli e al 36' s.t. Puccio; spettatori 2.000 circa; angoli 4-3; recupero p.t. 1', s.t. 4'.

Speciale Inter-Samp. Clicca qui per sapere tutto sulla finale di Bressanone.

Nella foto Pegaso, l'americano Gabriel Ferrari in azione contro il centrocampista dell'Inter Francesco Bolzoni.

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