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1 novembre 1992: quattro gol nella storia blucerchiata

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1 novembre 1992: quattro gol nella storia blucerchiata

Un derby storico, quello: nonostante una stagione di transizione (chiusa l'era Boskov, era cominciata l'avventura con Eriksson) che la Samp chiuderà al settimo posto, col Genoa è comunque una festa.

22_lannaDa quello scudetto, festeggiato nel sole di Marassi il maggio del 1991, era passato appena un anno e mezzo. Da Wembley, con quei trentamila che cantavano il loro amore anche nella sconfitta, qualche mese appena. Eppure era cominciata una nuova era, alla Samp: Vialli era passato alla Juventus (soldi, tanti, più Corini, Serena, Zanini e Bertarelli), Pari al Napoli, Cerezo era tornato in Brasile; Boskov, l'amato e unico Vujadin, aveva salutato tutti scendendo a Roma. Mantovani aveva scelto Jugovic (Stella Rossa) e Walker (Nottingham Forest), con in più un Chiesa agli inizi e quella base che gente come Pagliuca, Mannini, Vierchowod, Lanna, Invernizzi, Lombardo e Mancini comunque garantiva.

Lo svedese. Ad allenare la Samp era stato chiamato Sven Goran Eriksson: una Uefa e due campionati col Benfica, cinque anni in Italia tra Roma (con uno scudetto buttato via in un disastro interno col Lecce e una Coppa Italia portata a casa) e Fiorentina, quindi ancora Benfica, un altro titolo e una finale di Coppa Campioni persa col Milan di Sacchi. Uno che di calcio, insomma, capiva. Eccome. Era però un cambiamento radicale, erano sei anni con Boskov da chiudere tra i ricordi per aprire un capitolo che – vallo a sapere, allora… – avrebbe comunque portato successi e gioie in mezzo alle lacrime per una morte, quella di Paolo, che nessuno può ancora oggi dimenticare.

Una stagione storta. Fedeli al proprio presidente, ai colori e all'amore per la Samp, si abbonarono in 24mila. Eppure l'Europa, quell'anno, era un sogno da rincorrere (ironia della sorte, il quinto posto l'anno prima l'aveva conquistato la Roma: e in Coppa c'era Boskov, non il Doria), e il campo diceva che la squadra aveva bisogno di tempo: malamente eliminata dalla Coppa Italia già al primo turno (dal Cesena), messa spalle al muro da una caterva di infortuni, la Samp – che già a metà del girone d'andata salutava ogni speranza di bissare il successo tricolore – perderà alla fine anche la qualificazione in Uefa con Pagliuca a casa (incidente in auto, clavicola fratturata) e un punto in meno del Cagliari. E per Mancini, qualcosa come 15 gol, solo una grande amarezza.

Un sorriso da derby. Sono grandi coloro che vedono la luce anche in mezzo alle difficoltà. E difficoltà, quell'anno, faceva rima con Sampdoria. Pure con Genoa, in effetti: chiusa l'era Bagnoli con la sconfitta in semifinale di Uefa, i rossoblu avevano aperto una nuova, complicata pagina della propria storia affidandosi a Bruno Giorgi (esonerato due stagioni prima dalla Fiorentina giusto prima di giocarsi la finale di coppa). Samp e Genoa di fronte, dunque, il primo novembre del 1992: da una parte la classe di Mancini, dall'altra la voglia di Skhuravy; il talento di Lombardo contro la fama di Dobrovolski. Fu un trionfo, quello blucerchiato: un'autorete di Fortunato (lo sfortunatissimo difensore stroncato troppo giovane dalla leucemia) spianò la strada dopo appena tre minuti, Lanna chiuse i conti già prima dell'intervallo, Jugovic e Bertarelli tolsero al Grifone ogni speranza dopo il rosso a Caricola e l'effimero 2-1 di Padovano. 4-1, in un derby. Un giorno magico, che nonostante il pareggio senza gol del ritorno e il settimo posto finale di quella Samp resta nei cuori di chi tifa Samp. Anche perché, di lì a poco, altri successi avrebbero regalato a Paolo Mantovani, quaggiù prima e lassù poi, un sorriso grande così.

Sampdoria   4
Genoa           1
Reti:
3' Fortunato (autorete), 38' Lanna, 72' Padovano, 83' Jugovic, 85' Bertarelli.
Sampdoria: Pagliuca, Mannini, Lanna, Walker, Sacchetti, Corini, Lombardo (78' Bertarelli), Jugovic, Chiesa (73' Serena), Mancini, Invernizzi. Allenatore: Eriksson.
Genoa: Tacconi, Torrente (46' Panucci), Fortunato, Ruotolo, Caricola, Signorini (63' Padovano), Van't Schip, Dobrovolski, Bortolazzi, Skhuravy, Onorati. Allenatore: Giorgi.
Arbitro: Nicchi di Arezzo.
Note: espulso al 67' Caricola; spettatori 40.000 circa.

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Nella foto, Marco Lanna: suo il gol che, a conti fatti, decise il derby del novembre 1992.

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