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Fiorillo: «Come un sogno, dedico l’esordio alla mia famiglia»

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Fiorillo: «Come un sogno, dedico l’esordio alla mia famiglia»

Il giovane portiere della Primavera esordisce in Serie A: «E' una giornata speciale: per me, per la mia famiglia e per tutti i ragazzi di Oregina. Ma dispiace, e molto, aver perso».

13_amorusofiorillo Se esistono i re per una notte e i governi che si fanno e disfano in un mese, esiste anche chi in quattro giorni rischia di sentirsi re e primo ministro insieme.

Eroe di coppa. Un rischio concreto per Vincenzo Fiorillo da Oregina, portiere classe 1990 della Primavera blucerchiata, fresco vincitore della Coppa Italia di categoria a Bergamo, appena giovedì sera. Con due rigori parati nella lotteria finale che ha assegnato – con gran merito del giovanissimo guardiano Samp – il trofeo ai ragazzi di Fulvio Pea. Fresco campione in Tim Cup, Vincenzo, e fresco professionista a tutti gli effetti, con il primo gettone in Serie A (ad appena 18 anni) conquistato questo pomeriggio al Granillo, dopo l'infortunio alla spalla di Castellazzi. Rischio concreto di sentirsi chi ancora non si è, dunque, rischio che sembra non toccare però Fiorillo, giovane sì, ma con carattere e testa sulle spalle pure.

Carattere e testa sulle spalle. Appena entrato in campo, il giovane numero 1 doriano ha subito dato due urlacci ai compagni di reparto, facendosi sentire. Ecco, da lui, il perché: «Volevo far sentire che c'ero, che ci sono. Magari i miei compagni pensavano fossi timido, in difficoltà, invece mi sentivo bene, ero molto sereno e tranquillo. E ho fatto ciò che faccio sempre, niente di più». Sicuro, il ragazzo. Ma l'emozione c'è stata, eccome. Impossibile non avvertirla. «Certo è un sogno – conferma Vincenzo -, esordire in Serie A è un sogno. Per me è accaduto su un campo caldo come il Granillo, con una sconfitta. Magari uno se lo immagina a Marassi, vincendo, ma è uguale. Va bene lo stesso. E poi quando stai per entrare in campo e due personaggi come Mazzarri e Cassano ti incitano, la forza viene da sola».

Dediche. Le dediche, tante. «Alla mia famiglia prima di ogni altra cosa, poi agli amici di Oregina, ai compagni della Primavera e al mio allenatore Guido Bistazzoni (ex portiere della Samp anni '80 oggi preparatore della Primavera, n.d.r.) che mi ha aiutato a crescere. Una dedica per questo mio esordio la vorrei fare anche a Luca (Castellazzi, n.d.r.), mi ha sempre dato consigli in questi mesi e spero torni presto al suo posto». A chi gli chiede se conti di più la vittoria in Coppa Italia di giovedì o la grande soddisfazione di oggi, Vincenzo risponde da vecchio lupo di mare. «Se la giocano, non so scegliere. Sicuramente sono stati quattro giorni incredibili per me».

Fratelli separati in casa. Saranno contenti anche i due fratelli maggiori di Vincenzo, Luigi e Antonio, nonostante una fede calcistica che ben poco ha da vedere con quella del minore di casa Fiorillo… «Loro due sono genoani, ma spero abbiano fatto il tifo per me e quindi anche per la Samp…». Un'altra piccola soddisfazione, per uno che in quattro giorni è stato re e primo ministro. E che non ha la minima intenzione di abdicare.

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Nella foto Pegaso, Vincenzo Fiorillo attento su un colpo di testa di Nicola Amoruso.

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