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La Samp gioca, la Roma segna: una sconfitta incredibile

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La Samp gioca, la Roma segna: una sconfitta incredibile

La Samp domina contro la Roma, colpisce due legni e chiama Doni ad una serie infinita di miracoli: ma non segna, e crolla sotto i colpi di Panucci, Pizarro e Cicinho.

04_cassanodoniRoba da spaccarcisi la testa, per capire come sia successo. Perché ha dell'incredibile, la seconda sconfitta dell'anno a Marassi: la Samp spende un'ora a dominare – la Roma sta su solo grazie a Doni e alla traversa -, dimentica di passare all'incasso e si affloscia sbigottita sui tre tiri tre che la compagnia di Spalletti mette in scena.

Quasi Europa. Fa 3-0, simbolo tanto trionfale della cavalcata di questa stagione quanto amara e beffarda è questa sconfitta. Non che la Samp sia fuori da ogni gioco – e anche se fosse, chi potrebbe dire qualcosa? -, anzi, perché gli otto punti di vantaggio macinati sul Genoa significano certezza assoluta di strappare uno dei primi sette posti (al momento, il settimo): con la concreta possibilità che la finale di Coppa Italia se la giochino l'Inter e questa Roma, sarebbe abbastanza per gridare all'Uefa.

I primi assalti. A Marassi fa caldo e c'è tanta gente, gente che ha voglia di credere all'Europa più grande e allo stesso tempo si gode una delle squadre più esaltanti degli ultimi anni. Mazzarri non si accontenta mai, ma deve rinunciare a Maggio (squalificato) e Lucchini (con una caviglia fuori posto): li rimpiazza con Zenoni largo a destra e Sala in mezzo alla difesa (scala Gastaldello), e la Samp non ci perde nulla. Fa la partita, decisa e concentrata fin dal primo minuto. Cassano inventa qua e là, prova da fuori (e spaventa tutti), poi si mangia un gol mezzo fatto quando Bellucci lo lancia nel cuore dell'area romanista, lui brucia Panucci e tocca col destro sull'uscita di Doni: che ci mette una pezza solo lui sa come.

Piovono occasioni. La Samp c'è, la Roma manca all'appello. E il primo tempo scorre sui ritmi dettati in mezzo al campo da Palombo, sulle accelerazioni di Cassano e sui movimenti a spazzare tutto il fronte d'attacco di Bellucci. Dopo la mezz'ora sembra fatta: destro di Sammarco da posizione defilata, De Rossi devia e il pallone si alza fino a sbattere sul legno più lontano, con Doni immobile. Cinque minuti, Franceschini taglia dentro per Cassano: dici, 'stavolta è fatta. No, purtroppo: Doni esce a valanga, Antonio prova il diagonale ma non riesce a ferire. La terza è quella buona? Neppure, non c'è verso: Bellucci trova il colpo di tacco accerchiato da mezza Roma, nel pieno dell'area piccola, e Doni – sempre lui – si permette addirittura il lusso di bloccare. La volta che di nuovo il portiere non ci potrebbe far nulla (44'), con Bellucci che stacca di testa dal limite dell'area e grida al gol, ci si mette la traversa. Incredibile. Assurdo. Paradossale.

Doni dice no. Il merito della Samp è quello di non crollare, dopo uno dei primi tempi più belli dell'intero campionato. E la ripresa la comincia con la stessa voglia, con Sammarco che gira fuori di poco e Bellucci che incrocia da fuori sul palo più lontano accontentandosi di un corner. Quindi torna a farsi vivo Cassano, e Doni gli dice ancora di no chiudendo pure sul tentativo di ribattuta di Bellucci. Stessi attori al 22', il portiere della Roma strappa l'8 in pagella: ancora una testata di Claudio, ancora un volo come risposta.

Il crollo. E' l'ora di colpire, sussurra qualcuno sugli spalti. Perché la Roma è zitta, immobile, quasi (pare) rassegnata ad un ruolo da comprimaria. Ma Inter e Juventus che perdono (secondo posto sicuro con timida vista su uno scudetto ai limiti dell'impossibile) sono qualcosa che non si può sprecare. Vecchia regola sempre valida, la Samp spreca di tutto e di più e va sotto appena può: angolo di Pizarro, Panucci è solo e di testa gira sul primo palo fregando Mirante. Poi Vucinic mette paura alla difesa blucerchiata, quindi Pizarro trova il 2-0 da fuori area e Cicinho chiude in fondo al sacco un contropiede letale. In 10' la Roma colpisce tre volte: fine del discorso.

Ripartire. Botta pesante, inutile nasconderlo. Più che altro per come arriva, per la partita che per un'ora gioca la Samp: bella, veloce, attenta. Solo, dannatamente sciupona – anche per colpe d'altri, Doni su tutti. E' da qui che si deve ripartire, dalla consapevolezza di aver vissuto un pomeriggio ai confini della realtà e di aver pagato col sangue i pochi errori commessi. La Uefa è a un passo, sempre più vicina: e se non sarà Champions League, amen. Mentre la Sud canta ancora, stupita e incredua ma sempre orgogliosa, la Samp è lì. A un passo dall'Europa.

Sampdoria   0
Roma            3
Reti:
30' s.t. Panucci, 34' s.t. Pizarro, 40' s.t. Cicinho.
Sampdoria (3-5-2): Mirante; Gastaldello, Sala, Accardi; Zenoni (29' s.t. Delvecchio), Sammarco (39' s.t. Montella), Palombo, Franceschini, Pieri; Bellucci, Cassano (35' s.t. Bonazzoli). A disposizione: Fiorillo, Miglionico, Ziegler, Volpi. Allenatore: Walter Mazzarri.
Roma (4-2-3-1): Doni; Cassetti (23' s.t. Brighi), Mexes, Panucci, Tonetto; De Rossi, Pizarro (39' s.t. Aquilani); Cicinho, Perrotta, Mancini (9' s.t. Giuly); Vucinic. A disposizione: Curci, Giuly, Esposito, Unal. Allenatore: Luciano Spalletti.
Arbitro: Saccani di Mantova,
Assistenti: Niccolai di Livorno e Papi di Prato.
Quarto uomo: Girardi di San Donà di Piave.
Note: spettatori 25.000 circa; recupero p.t. 1', s.t. 0'.

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Nella foto Pegaso, la delusione di Cassano subito dopo l'ennesima parata di Doni.

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