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Entusiasmo Samp fino in fondo: a Palermo è festa

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Entusiasmo Samp fino in fondo: a Palermo è festa

Con una punizione magica di Cassano e un colpo di testa di Maggio la Sampdoria centra la settima vittoria esterna dell'anno e riconquista il sesto posto.

11_simpliciocassanoguanaFino all'ultimo. Come voleva Mazzarri. La Samp sbanca anche il Renzo Barbera di Palermo, centrando la settima vittoria esterna della sua strepitosa stagione – eguagliato il record in A del 1948/49, 1990/91, 1993/94 e 2004/05 – e regalando al proprio tecnico il successo numero 100 da professionista. Numeri da capogiro, come il 59, che risponde alla quota raggiunta dai blucerchiati ad un turno dalla fine.

Sorpresa. Chi l'avrebbe detto, ad agosto? Veramente ma veramente pochi, forse nessuno. Eppure la Samp è lì, vicina a superare il suo tetto massimo in Serie A (i 61 punti della Champions sfiorata nel 2004/05), già in Coppa Uefa ed estromessa dalla lotta per il quarto posto soltanto alla penultima giornata. C'è tutto per trasformare Marassi in una polveriera sabato prossimo, quando il Doria sarà di scena tra le mura rosse del Ferraris per salutare il proprio pubblico, nell'unico anticipo dell'ultima giornata del massimo campionato italiano.

I meriti di Mazzarri. Difficile attribuire meriti di qua e meriti di là, anche perché le buone note sono equamente divisibili tra tutti i protagonisti di un campionato straordinario. Ma, certo, Walter Mazzarri spicca. Spicca perché a questa squadra ha dato una mentalità vincente prima di una tipologia di gioco solida e spettacolare, spicca perché ha lavorato il più in sordina possibile, costruendo giorno dopo giorno e non accontentandosi mai. Esattamente come l'ex tecnico della Reggina aveva anticipato il giorno della sua presentazione allo Starhotel, ormai un anno fa. Non fece promesse Mazzarri, puntò tutto sul lavoro, sicuro di ciò che stava dicendo. I Campagnaro, i Maggio, gli Accardi, i Bellucci, i Palombo, i Gastaldello e i Cassano, solo per far qualche nome, sono arrivati dopo. Prima, l'impianto, che ha trasformato molti giocatori, valorizzandone ulteriormente altri. Che ha trasformato una squadra, cambiandone radicalmente caratteristiche e fisionomia, accendendo il fuoco nei tifosi. Tant'è vero che c'è già chi sogna ad occhi aperti, chi immagina un futuro sulle orme delle foto storiche, sulle orme dei poster mai dismessi dei bar e delle camere, sulle orme della Sampd'oro di Paolo Mantovani.

Feste e futuro. Lecito, per carità. Anche giusto. Ma ci sono tanti però, a cominciare dalle diverse attese che il prossimo torneo genererà, per finire al per forza di cose opposto approccio che il Doria stesso e i suoi avversari avranno alle partite con in campo le maglie blucerchiate. Ad una programmazione differente, perché chiudere sesti signfica – almeno nel naturale istinto del tifoso – aspettarsi di richiudere (almeno) sesti anche l'anno dopo, con tutti i coinvolgimenti del caso. E con tutte le pressioni. Discorso lungo questo, che solo Mazzarri e la società potranno sbrogliare in sede di chiacchierata al termine del campionato. A noi, resta da commentare un cammino fantastico, che ha portato successi e soddisfazioni ben oltre ogni previsione. Alla spicciolata, è facile rimandare la memoria ai ripetuti 3-0 di Marassi, di fronte a più o meno ogni dirimpettaio, alle scorribande esterne, su tutte quella di San Siro sponda Milan (dove non si vinceva da 11 anni), senza dimenticare le altre. Senza dimenticare – e come si fa? – i derby, Maggio-rmente quello di ritorno.

Samp padrona. Grazie, ai ragazzi, lo dirà Marassi sabato prossimo. Meglio allora sfregarsi le mani e attendere quel momento, parlando della sfida di oggi. Che è scivolata via serena per il Doria, bravo a controllare il match dal primo all'ultimo minuto, non snaturandosi mai. Palermo arruffone, vivace soprattutto sulle fasce con Balzaretti e l'ottimo Cassani, ma davanti poco incisivo, anche per via di un Amauri tradito dall'emozione dell'ultima gara in rosanero al Barbera. La Samp il gioco lo comanda – come detto – dal principio, creando qualcosa con Cassano e sbattendosi tanto con Bellucci. Dietro, la consueta sicurezza. Il primo tempo però non regala luci, né di qua né di là, così si va al riposo senza nemmeno un minuto di recupero.

La magia di Cassano. Al rientro in campo, le formazioni si guardano in faccia per un po', in attesa del via collettivo, per rispettare la contemporaneità con tutti i campi. In ritardo, ma si ricomincia. Ancora Samp, stesso canovaccio di prima. Al quarto d'ora, Bellucci prende un fallo dai 23 metri circa. E resta a terra, dopo il contatto con Biava. Sul pallone va Cassano che dà una pennellata e manda il pallone sotto il sette alla destra di Agliardi. Roba da brividi: 1-0 Doria. Peter Pan si diverte inscenando con un gran gesticolare di mani l'esportatissimo "Mamma mia" all'italiana. Si divertono di più i sostenitori blucerchiati che hanno attraversato lo Stivale per l'ultima trasferta del 2007/08. Si diverte molto meno Bellucci, che non ce la fa. Si sospetta per lui una lesione al tendine d'achille della gamba destra. Domani gli accertamenti.

Ancora Maggio. La gara ovviamente prosegue, entra Bonazzoli al posto del Bello, mentre il Palermo non reagisce. E alla mezz'ora, il successo Samp è completo. Angolo di Palombo, Maggio salta più in alto di tutti e la butta dentro per l'ottavo centro stagionale. Un bottino in linea col quasi miracoloso cammino della Sampdoria. Poco altro da segnalare, tolto un palo di Miccoli al 34', tolto l'ingresso di Montella per Cassano al 28'. Palermo-Sampdoria finisce così, ma il campionato blucerchiato no. Sabato c'è la parte migliore.

Palermo        0
Sampdoria   2
Reti:
16' s.t. Cassano, 31' s.t. Maggio.
Palermo (4-2-3-1): Agliardi; Cassani, Biava, Rinaudo, Balzaretti (28' s.t. Zaccardo); Guana, Simplicio (20' s.t. Tedesco); Jankovic (20' s.t. Cavani), Miccoli, Caserta; Amauri. A disposizione: Fontana, Migliaccio, Di Matteo, Barzagli. Allenatore: Stefano Colantuono.
Sampdoria (3-5-2): Mirante; Gastaldello, Sala, Accardi; Maggio, Sammarco, Palombo, Franceschini (45' s.t. Delvecchio), Pieri; Cassano (28' s.t. Montella), Bellucci (18' s.t. Bonazzoli). A disposizione: Fiorillo, Ziegler, Miglionico, Zenoni. Allenatore: Walter Mazzarri.
Arbitro: Russo di Nola.
Assistenti: Marzaloni di Rimini e Conti di Lugo di Romagna.
Quarto uomo: Cavarretta di Trapani.
Note: ammoniti al 30' pt. Simplicio e al 34' p.t. Sammarco; spettatori 28.000 circa; recupero p.t. 0', s.t. 4'.

Nella foto Pegaso, Cassano semina il panico tra Simplicio e Guana.

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