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Montella: «I numeri non mentono, sono tornato»

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Montella: «I numeri non mentono, sono tornato»

Vincenzo ha dimostrato di essere sempre il campione che tutti ricordavano: «Sono felice, ho scelto io di tornare alla Samp e il tempo ha dimostrato che non ho sbagliato».

19_festamontellaQuel che riserverà il futuro nessuno lo sa. Quello che batte nel cuore è il passato, lontano e recente; sono i gol e i sorrisi, le esultanze e i mille momenti (felici e non) vissuti col blucerchiato addosso. Vincenzo Montella ha salutato il campionato a modo suo, con una magia sotto una Sud commossa e felice: il ragazzo che anni fa entusiasmò una città, la salutò e qualche mese fa decise di tornare è uno di famiglia, e vedere che i guai sono alle spalle è la cosa più bella.

Il giorno dopo, per Vincenzo Montella, è quello della gioia per una stagione comunque chiusa con l'ennesimo gioiello da aeroplanino sotto la Sud oppure il momento riservato al rammarico per un campionato vissuto a metà?
«Un po' tutti e due. Era certamente importante dimostrare a me stesso che potevo ancora giocare a questi livelli. I segnali c'erano, ma è solo il campo che regala certezze alla fine. Io ne ero convinto, mi piace sapere di aver dimostrato qualcosa anche agli altri. E alla gente della Samp, che se lo meritava più di ogni altro. Il rammarico? C'è, è chiaro, ma fa parte del gioco. E poi tutto è legato al destino. Sai che non dipende da te e allora lo accetti, seppur a malincuore».

Dove sarebbe arrivata questa bellissima Sampdoria con un Montella a tempo pieno?
«Non sono discorsi che fanno per me. E poi non saprei nemmeno rispondere. Nel calcio – lo sappiamo bene – non esiste né logica né certezza. Forse è anche il bello di questo sport. Poi è chiaro che i giocatori è sempre meglio averli a disposizione…».

Spezzoni… e poco più di dieci partite ufficiali giocate per intero. Il tutto con uno score di cinque reti. Questo ti è comunque servito per tornare a sentirti fisicamente adeguato?
«Esatto, i numeri non mentono. Non avevo analizzato le cifre con attenzione, ma queste dicono sempre cose giuste. Sono riscontri importanti che per il mio futuro prossimo di certo rappresentano un'ottima base dalla quale ripartire. Era fondamentale tornare a sentirsi fisicamente integro. Direi che ci sono riuscito, nonostante tutto».

In totale quattro anni della tua carriera in blucerchiato. Quale sarà il ricordo più prezioso che ti porterai sempre appresso?
«Quattro anni bellissimi ed intensi, a prescindere dalle vicende strettamente legate al campo. Periodi anche differenti che resteranno dentro me per la spontaneità del rapporto instaurato con i tifosi e con tutto l'ambiente. Ho spesso sottolineato come anche a Roma sentissi sempre vivo il feeling con la Samp e la sua gente. Un calore ed un affetto che avverto oggi come dieci anni fa».

Il destino ti ha riportato a Genova e non hai mai nascosto quanto fosse nei tuoi desideri. E' arrivato il tempo dei saluti?
«Ma non lo so… non si sa mai. Nella vita bisogna essere razionali, ragionare sulla realtà delle cose. Spero ancora una volta di riuscire a farmi consigliare dalla razionalità. Il cuore incide sempre, ma alla mia età sono tranquillamente in grado di poterlo fare».

C'è una dedica o comunque un grazie particolare per qualcuno dell'ambiente Sampdoria?
«All'ambiente Sampdoria, nessuno escluso. Qui sono tornato anche per mio volere e il tempo mi ha dimostrato la bontà della scelta, specialmente per quel che riguarda i rapporti umani instaurati. Le dediche quindi sono allargate a tutti, ma due menzioni particolari però voglio esprimerle per il prof. Claudio Mazzola e per Fabio Conta. Al professionista Mazzola, ma soprattutto all'uomo va il mio più sincero grazie per quanto fatto per me nel momento più difficile. Conta (il preparatore personale di Vincenzo, n.d.r.) è colui che mi segue da sempre. So di poter contare sul suo supporto e anche in questa occasione si è rivelato fondamentale nel rimettermi in piedi, non solo dal punto di vista atletico, ma anche psicologico».

Torni alla Roma, la società che detiene il tuo cartellino. Effettuerai la preparazione estiva con i giallorossi e quindi?
«Alla Roma torno perché con la società ho ancora un anno di contratto. Il resto lo vedremo con calma. Come ho già detto prima penso a 34 anni di poter decidere del mio futuro con la giusta razionalità. Tutto è possibile…».

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