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Marotta: «Vogliamo dare il massimo, come l’anno scorso»

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Marotta: «Vogliamo dare il massimo, come l’anno scorso»

Il Direttore apre la prima conferenza stampa dell'anno col ricordo di Gionata Mingozzi («Una grave perdita») e poi parla della stagione che verrà: «Siamo chiamati a ripetere un campionato straordinario, siamo pronti».

15_mazzarrimarottaBeppe Marotta apre la prima conferenza stampa della nuova stagione senza sorriso, colpito duro dalla morte di Gionata Mingozzi: il Direttore, e con lui Asmini, lo conoscevano dai tempi delle giovanili a Ravenna. «E onestamente la sua perdita, sotto il profilo umano, è veramente grave – spiega con toni bassi l'a.d. della Samp -. Ho parlato col padre, e l'intera Sampdoria è vicina alla famiglia. Avevamo anche pensato di non fare questa presentazione, se siamo qui è perché crediamo di interpretare la volontà di Gionata e per rispettare tutti quelli per cui oggi si parla di lavoro».

Bravo Mazzarri. E proprio perché di lavoro si parla, il Direttore deve tirare avanti. Comincia una nuova stagione, allora, e la Samp non è più una sorpresa. La aspettano al varco, sanno cosa può combinare: il sesto, straordinario posto dell'anno scorso è ancora lì. «E da quello parto per introdurre l'annata – comincia Marotta -, perché la Sampdoria è una società solida, capace di attuare un programma di sport ai più alti livelli, ma quello è stato veramente un risultato capace di andare oltre le più rosee aspettative. Credo si sia visto quanto è bravo Mazzarri… Di allenatori ne ho avuti tanti e posso dirlo: lo aspetta una grande carriera. Penso alle sue capacità di gestire il gruppo, penso al ruolo prezioso che ha avuto nel far esprimere al meglio un giocatore come Cassano… Che, con enorme orgoglio e soddisfazioni, abbiamo ritrovato in nazionale».

Garanzie e futuro. Il vantaggio, rispetto al cantiere che Mazzarri fu chiamato a mettere in piedi la scorsa estate, è quello di trovare un gruppo che già si conosce con un allenatore che già lo conosce: tempi accorciati, insomma. Marotta conferma: «La conduzione tecnica, ribadisco, è una garanzia, e il fatto di aver confermato dieci undicesimi di quel sesto posto lo è altrettanto. Tanto più se pensiamo che la quasi totalità dei cartellini è adesso di nostra proprietà, senza più prestiti o compartecipazioni: una rosa giovane, e di valore. Dove potrà arrivare? Difficile dire cosa ci aspetta, e non dipenderà solo da noi: di certo, vorremmo esprimere il massimo delle risorse tecniche, morali e umani che abbiamo messo insieme. Se questo, poi, ci porterà a ripetere lo straordinario campionato dal quale veniamo, beh, tanto meglio… Senza dimenticare i risultati centrati dal settore giovanile, con la Primavera campione d'Italia e prima anche in Coppa: segno che la programmazione è sana, e che i ragazzi da noi sono considerati come lo zoccolo duro della società e la sua continuità nel futuro».

Giovani e di valore. Mercato, infine. Inevitabile parlarne, ritrovandosi il 15 luglio davanti a una platea di giornalisti. Marotta non si tira indietro, e parte: «La linea guida impostata insieme agli azionisti è stata chiara, reinvestire interamente i ricavi delle cessioni. Il sacrificio di Maggio è stato molto forte, ma ci ha consentito di dar vita a tutte le altre operazioni… Poi siamo andati alla ricerca di giocatori con determinate caratteristiche, non a spendere tanto per farlo: ragazzi giovani, con uno stipendio basso e di interesse futuro. Dessena, ad esempio». Finisce qui, il mercato della Samp? «Sappiamo che serve una pedina per ruolo – risponde pronto Marotta -, ma sappiamo anche che il ritiro serve a valutare appieno i giocatori che si hanno a disposizione… Fermo restando il fatto che noi siamo qui, pronti a sfruttare eventuali occasioni che si dovessero creare».

I sogni. I tifosi, però, sognano in grande. E' naturale e giusto, tanto più quando le chiacchiere girano attorno a nomi mica da ridere… «E quei nomi sono stati tutti oggetto di contatti, ammetterlo non mi costa nulla», concede Marotta. Che però non vuole regalare illusioni: «Uno degli obblighi di un manager è quello di puntare sempre al meglio, ma al contempo di non perdere di vista un sano realismo. Noi vorremo, pensando al reparto avanzato, trovare un giocatore che possa destare emozioni: il calcio è fatto anche e soprattutto di bel gioco, come fortunatamente Mazzarri ci ha fatto vedere lo scorso anno e come i nostri tifosi hanno saputo apprezzare anche in sede di campagna abbonamenti… Vorremmo regalare all'allenatore e a chi ama la Samp un organico il più all'altezza possibile del triplice impegno, ma le difficoltà ci sono e sono oggettive. Noi siamo un micro-cantiere aperto, mettiamola così: e l'ideale sarebbe sfruttare altre situazioni simili a quella che ci ha consentito di arrivare a Cassano». Pazzini, dicono in sala. Ma l'identikit non coincide proprio alla perfezione… «Pazzini è giovane e suscita emozioni – spiega il Direttore -, e siamo tutti d'accordo. Ma non è nostro, e quindi bisogna andare a trattarlo: lo stiamo facendo, ma per amore di verità e correttezza si tratta di un traguardo molto difficile. La cosa che mi fa piacere è che la Sampdoria è una meta ambita, anche dai giocatori che vanno per la maggiore: per il blasone, per il tecnico, per la rosa e perché qui, onestamente, si sta bene».

Rispetto e fiducia. L'attacco, comunque, è il reparto di cui si parla di più. Marotta però non vuole dimenticarsi di chi già c'è, e da domani sarà a sgobbare a Bogliasco agli ordini di Mazzarri: «Bonazzoli merita fiducia – dice convinto l'a.d. -, e anche se abbiamo pensato alla sua cessione sono convinto che possa recitare un ruolo importante. Questo gruppo si è guadagnato rispetto, non è semplice trovare in giro gente poi molto più brava… Montella? Per la sua professionalità e la simbiosi che si crea tra lui e l'ambiente non posso che dirne bene, ma subentrano nel discorso anche delle valutazioni che obbligatoriamente lasciano da parte i sentimenti: parlare ora di un suo ritorno non è assurdo, è solo fuori tempo».

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Nella foto Pegaso, Beppe Marotta insieme a Walter Mazzarri per la prima conferenza stampa dell'anno.

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