Sempre Quagliarella: «Grazie per gli applausi, segno e faccio segnare»
Fabio Quagliarella gran visir del gol. Macché: re, califfo, imperatore. Nessuno come lui. Fabio Quagliarella sale ancora un altro piolo della scala dei bomber di Serie A: ora è a 130 centri, al primo posto tra quelli in attività, al 39° di tutti i tempi. E da stasera nella top ten di sempre della Sampdoria: con 50 quadri di rara bellezza. Tocchi d’artista che chiunque sa apprezzare, anche i tifosi avversari. «Grazie – dice il capitano rivolgendosi alla curva del Frosinone -, sono uscito tra gli applausi e lo ricorderò per sempre: non è scontato che sul 3-0 il tifo avversario ti saluti così».
Gioco. Mica salutavano uno qualunque: come il Quaglia in Europa solo Messi e Benzema. «Sono 14 stagioni che segno, davvero? – risponde ai media il veterano con un pizzico d’incredulità -. Se vedo il gioco? Sì mi piace fare la giocata bella, l’assist, come stasera, e poi anche il gol, ovvio: vivo per il gol. Non sono un uomo d’area però, uno da 20 gol a campionato. Io piuttosto lavoro per la squadra e per il reparto: provo a giocare a 360 gradi. E a dare una mano ai miei compagni: infatti i dati dicono che chi gioca con me i gol li fa. Defrel? Spero ne faccia il più possibile. Mercoledì abbiamo un’altra battaglia, ma sappiamo ciò che vogliamo».
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