Emozioni blucerchiate per un compleanno da sogno
Il gran galà per i sessant'anni della società blucerchiata va in archivio con una serata da brividi: forti emozioni e grande entusiasmo gli ingredienti principali della serata.

«Siamo sempre i più belli» urla Dado Tedeschi, alimentando il boato della gradinata vestita a festa con uno striscione che dice in lungo e in largo: "Auguri Sampdoria". Lo showman, doriano purosange da sempre, lascia la scena al presidente Riccardo Garrone, visibilmente emozionato, nonostante le ormai 4 presentazioni vissute prima di oggi. E da Garrone arrivano parole d'amore: «Grazie a tutti quelli che sono qui stasera – attacca il presidente -, a quelli che hanno fatto capolino dalle ferie per esserci, grazie perché oggi è una giornata speciale. Quest'anno deve essere l'anno della riscossa per noi, vogliamo tanto far bene e ci proveremo con tutte le forze, sperando di poter giocare finalmente in un calcio più pulito di quel che si è visto negli anni passati».
La bolgia non si placa, ma come aspettarselo quando in campo entrano Beppe Marotta e Walter Novellino? I due recuperano una marea di applausi, prima di prendere in mano il microfono. Come sempre poche le parole del Direttore ma d'altra parte, si sa, lui preferisce i fatti: «Le motivazioni sono grandi, la voglia è tanta, dobbiamo continuare sulla strada intrapresa cinque anni fa e sicuramente sarà così». Più loquace Walter Novellino, che prende per mano la curva: «Voglio chiedere scusa per gli ultimi tre mesi dell'anno passato, vi abbiamo fatto soffrire troppo… Cercheremo con ogni mezzo di rimediare, la voglia e la determinazione in noi sono incredibili in questo momento».
Veloce come dev'essere perché la partita col Peñarol deve iniziare a breve, la scaletta presenta tutti i giocatori, dai portieri Castellazzi, Berti e Di Gennaro, ai difensori fra cui spicca la "pelata" di Giulio Falcone, applauditissimo dalla Sud che lo ha inserito di diritto fra gli intoccabili. A questo punto il centrocampo con nuovi e vecchi a sfilare, ma il delirio della folla è per Angelino Palombo e il capitano Sergio Volpi, abbracciati idealmente con un affetto strepitoso. Poi, è il turno di Fabio Bazzani. Il bomber bolognese scalda le corde vocali di tutti e poi, carezzando le sue, dice: «Grazie di cuore, la società e i tifosi mi fanno sentire veramente importante. Purtroppo non sono ancora pronto, altrimenti giocherei quest'amichevole, ma la strada è quella giusta e sono felice di percorrerla fino in fondo. Grazie ancora a coloro che sono qui oggi». Grandissima accoglienza anche per l'altro ariete, Emiliano Bonazzoli, pure lui reduce dal medesimo infortunio del "Bazza", poi tocca a Foti e Quagliarella. Ma c'è poco da fare, la Sud è già in visibilio: "Flachi-Flachi-Flachi-Flachi-gol" ripetuto a squarciagola ed eccolo lì il genietto blucerchiato, a raccogliere il calore del pubblico che più lo ha amato: «I nostri tifosi la spinta la danno sempre, ora tocca a noi». Sono queste le poche parole del numero 10, che ha una grinta dentro da far paura, come tutto il gruppo di Novellino.
Si torna negli spogliatoi, dopo il doveroso giro di campo, da giocare c'è una partita anche se sembra che la festa non debba mai finire. La Samp scende in campo con la maglia celebrativa del 60° anno di storia, una maglia senza sponsor né loghi, con un blu che fa strabuzzare gli occhi a tutti, un colore che rimanda indietro nel tempo e che suggestiona. Così come il tributo nell'intervallo a tre giganti della storia sampdoriana: Pinella Baldini, Bonetto e Toninho Cerezo. La Sud canta: "E' un'emozione che cresce forte dentro di me…". Beh, è proprio così.
Nella foto Pegaso, l'entusiasmo dei tifosi blucerchiati a Marassi.
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