Montella: «Prima la qualificazione, poi il mio esordio»
Vincenzo e le priorità alla vigilia della sfida che vale l'Europa: «Se sogno di giocare? Certo, ma solo se la partita la consentirà. Quel che conta è che la Samp passi il turno».

Dieci giorni di lavoro, Vincenzo. E i complimenti di Mazzarri.
«Io ho sempre lavorato così, nella mia carriera, e credo che le cose stiano andando molto bene. Chiaro: fa piacere che il mister abbia riscontrato il mio impegno. L'ho detto subito: se ho deciso di rimettermi in gioco è perché ho voglia di sacrificarmi, di metterci il mio entusiasmo, e perché so di avere ancora qualcosa da dare».
A cominciare da sabato?
«A cominciare da domani, già: io ci spero, sarei felice di esordire. Sono imballato, indietro rispetto ai compagni e indietro rispetto alle mie potenzialità, ma la condizione si trova anche giocando. Fermo restando, però, che tutto dipende dal risultato, dalla partita: io vengo dopo».
23 maggio 1999, Samp-Bari 1-0. Senza Bologna, sarebbe stata una festa: invece è solo la tua ultima partita in blucerchiato.
«Me la ricordo, eccome. Una brutta giornata, anche se, a conti fatti, se siamo retrocessi in quel modo c'era qualcosa di strano dietro. Però quello è il passato».
E allora c'è il futuro, il Cherno More. Entri nello spogliatoio e c'è lì la tua maglia col 9: cosa pensi quando la indossi?
«Sarà difficile, molto difficile. Saliranno tutti i ricordi, un bel po' di emozioni da combattere… Ma l'importante è la qualificazione, ci tengo a chiarirlo: io ne ho ancora tante da giocare, di partite che contano, mentre questa per la Samp significa parecchio».
Otto anni fa e oggi: climi diversi, società diverse. Quanto?
«Fare confronti è perlomeno difficile, se non sbagliato. Di certo con la vecchia dirigenza mi sono trovato benissimo, e anche con la nuova c'è stato un approccio forte. Il presidente ha passione e vuole fare le cose per bene, ho trovato una società organizzata, seria, ben strutturata, una società che si muove in base alle proprie possibilità. E poi è la Samp: in questo senso, non si può che far bene».
Ultimo passaggio: sono tutti pazzi di te.
«Un legame forte con la città e con i tifosi l'ho sempre avuto, anche dopo che sono andato via. Ma ricevere un'accoglienza del genere anche otto anni dopo mi riempie d'orgoglio… E mi stimola: devo fare benissimo, per non deluderli».
Nella foto Pegaso, Vincenzo Montella firma autografi nel ritiro di Moena.
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