Campagnaro: «Ho sempre avuto solo la Samp in testa»
El Toro tra le voci di mercato e la gioia di essere ancora blucerchiato: «Mai pensato ad altre squadre, volevo solo restare qui. Alla Samp mi sento apprezzato e stimato».

Mercato. Non per nulla, El Toro è stato cercato da diversi club di assoluta grandezza, prima della fine della scorsa stagione e durante l'estate, nonostante l'infortunio rimediato a metà campionato che lo ha tenuto ai box per un pezzo. «Ma io non mai pensato altro che alla Samp – sorride Hugo, attorniato dai cronisti nella sala stampa del Cesare Benatti di Moena -, il mio procuratore mi informava più che altro su ciò che usciva sui giornali, sulle chiacchiere. Io ascoltavo, dall'Argentina, ma la testa era qui». Campagnaro ha trascorso le vacanze a casa, dove non ha occasione di tornare spesso. E' un tipo tranquillo Hugo, uno che ama la musica, il calcio e soprattutto la famiglia «che in questo momento è in Argentina – dice El Toro -, mia moglie e i miei figli torneranno soltanto il 2 agosto mentre io fino al 10 starò fuori con la Samp».
Profumo d'Europa. Già, perché il ritiro di Moena terrà impegnati i blucerchiati fino all'8 agosto, con la partenza già fissata per Lisbona, dove il Doria incontrerà in amichevole lo Sporting. Per non perdere confidenza col sapor d'Europa. «Che l'anno scorso abbiamo assaporato per poco, troppo poco – prosegue l'argentino -, a causa di diversi problemi numerici e non solo. L'obiettivo è andare più avanti quest'anno, sicuramente».
Conferme. Sul campo invece, quest'anno, non si potrà essere così sereni. I blucerchiati di Mazzarri hanno compiuto il salto da promessa a certezza, con tutti i se del caso. Per dirla semplice, gli avversari aspetteranno al varco il nuovo Doria, che ricomincia da sesta forza della Serie A, non proprio una carta d'identità scaduta. Discorso da appiccicare precisamente sulla sagoma di Campagnaro, altra ex sorpresa del massimo campionato italiano. «Quando sono arrivato alla Samp – ricorda Hugo -, venivo dalla B, nessuno si aspettava nulla da me. In A ci avevo giocato poco, mi pare solo 12 volte (tante erano, in effetti, n.d.r.) e dovevo dimostrare tutto. Per fortuna ho trovato spazio e sono riuscito a propormi tra i titolari, disputando qualche gara in più rispetto alle 12 a Piacenza». Ma non è solo una questione di presenze. Campagnaro è anche entrato nei cuori dei tifosi, che ogni domenica non gli fanno mancare il coro "Hugo, Hugo!", ormai un classico della Sud contemporanea. «E lo sento, eccome se lo sento – sorride il difensore blucerchiato -, nonostante il rumore della folla, nonostante la concentrazione. Mi dà una grande carica ed insieme la dimostrazione di essere apprezzato, la consapevolezza che il lavoro svolto ogni giorno vale qualcosa».
Musica. Si lavora sodo pure in ritiro, dove Campagnaro ha portato un ricordo d'Argentina, per rilassarsi in camera dopo gli allenamenti. «Ho una chitarra – dice Hugo -, piccola, che ho regalato a mia figlia e ho preso in prestito per il ritiro. Per la musica coltivo una grande passione e in camera mi diverto parecchio a suonare, mi aiuta a recuperare mentalmente dopo le fatiche sul campo».
Nella foto Pegaso, Hugo Armando Campagnaro palleggia di testa a Moena.
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