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Mazzarri: «L’Inter? Guai a pensare all’andata»

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Mazzarri: «L’Inter? Guai a pensare all’andata»

L'allenatore blucerchiato verso una partita che vale una stagione: «Serve una gara intelligente, concentrati e pieni d'adrenalina. E allora sì che possiamo passare».

21_mazzarriSono passati quasi due mesi. Spesi con l'Inter nascosta in un angolo della mente, provando a concentrarsi sul campionato. Ora no, non ce n'è più bisogno: due giorni e il Doria saprà se ha trovato un posto per andare a Roma, a metà maggio, a giocarsi la Coppa Italia.

Walter Mazzarri, la Samp parte dalla vittoria (larga) dell'andata. Come va affrontata, una sfida del genere?
«Bisogna dimenticare quella sera, quel risultato. Possiamo tenere l'atteggiamento, questo sì, ma guai a entrare in campo pensando al vantaggio che abbiamo. La falsariga devono essere le partite con le grandi in campionato, interpretate sempre nella maniera migliore: ecco, se saremo quelli, se ci isoleremo da tutto ciò che può confonderci, se pensiamo esclusivamente a cosa sappiamo fare, beh, allora potremmo anche ottenere qualcosa di importante».

Le è pesato dover aspetttare così tanto tempo tra la partita d'andata e questo ritorno? Perché in questi due mesi dell'Inter si parlava comunque, in ogni intervista…
«Io mi sono sempre sforzato perché se ne parlasse il meno possibile, ma effettivamente questa semifinale potrebbe anche aver ronzato nella testa dei miei giocatori come una mosca… Speriamo solo che tutto si trasformi in carica, adrenalina, concentrazione: questa qualificazione ce la possiamo giocare alla pari, anche contro la miglior squadra italiana e contro un grandissimo allenatore quale Mourinho. Ci serve una gara intelligente, senza tensione».

José Mourinho, allora. In pochi discutono e fanno discutere come lui.
«Premesso che quando si guida una grande squadra è normale essere al centro dell'attenzione, parlare spesso con la stampa, dico che del comunicatore, bravissimo, che senza dubbio Mourinho è mi interessa poco: lui è prima di tutto un grandissimo allenatore che ha meritato di allenare l'Inter per quello che ha saputo fare sul campo, con i risultati, dalla gavetta alla Champions League. Io dico che questo è il criterio con cui giudicare Mourinho, e con lui ogni allenatore: risultati e mezzi a disposizione».

15.000 doriani a Milano, mister.
«Per noi, al di là di cosa potrà succedere, una cosa del genere è motivo di orgoglio e soddisfazione: sapere che la tifoseria blucerchiata si sposta in massa è un evento, una cosa bellissima… Ve lo immaginate San Siro come fosse casa nostra? Con la stessa atmosfera e gli stessi colori di Marassi? Sarà un valore aggiunto alla nostra prestazione, anche perché non ho dubbi che i nostri sostenitori sapranno essere, come sempre, un esempio di civiltà».

Pensa ai cori contro Balotelli di sabato sera, Juventus-Inter?
«Il razzismo non deve esistere, punto. Siamo tutti uguali, serve un salto di qualità per capirlo».

E' curioso di vedere fino a che punto la sua Samp è cresciuta?
«Sì, eccome. Veniamo da due anni di coppe europee, in cui i ragazzi hanno potuto conoscere le sensazioni che una sfida a eliminazione diretta ti dà: cresciamo piano piano, anno dopo anno, ma cresciamo. E queste esperienze ci serviranno per gestire le energie».

La spaventa il fatto che la difesa subisca spesso?
«Il discorso è più ampio, e passa dai cambiamenti in squadra: ora giochiamo con Cassano e un centravanti, Pazzini, non con Cassano e una seconda punta come Bellucci. A livello passivo qualcosa concediamo, vero, ma credo che parlino i risultati del girone di ritorno: i conti tornano».

Nella foto Pegaso, mister Walter Mazzarri.

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