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Mazzarri e Palombo: «Vogliamo la coppa per i nostri tifosi»

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Mazzarri e Palombo: «Vogliamo la coppa per i nostri tifosi»

Il tecnico blucerchiato e il capitano insieme in conferenza stampa: «Siamo cresciuti anche quest'anno, vogliamo questo trofeo perché i nostri sostenitori lo meritano».

12_palombomazzarriE' il momento della verità, perchè domani sera la Samp si gioca tanto. C'è chi dice addirittura tutto. E, valutato il momento attuale, con un campionato che oggettivamente ha deluso, con due derby perduti alle spalle e con la qualificazione europea irraggiungibile per le vie ordinarie, quel tutto assume un significato assai plausibile.

Quindici anni dopo. Domani sera, ore 20.45, stadio Olimpico di Roma, dopo quindici anni di assenza dai riflettori che contano, i blucerchiati torneranno a disputare una finale. Non accadeva dal 1993/94, quando la Samp di Mancini ed Eriksson vinse contro l'Ancona la sua quarta Coppa Italia. Walter Mazzarri fa di tutto per stemperare, ma è innegabile che il gruppo senta la partita, che la gente del Doria senta la partita. Che lo stesso Mazzarri senta la partita. «Rossi ha detto paradiso o inferno – comincia il mister blucerchiato -? Io non sono per gli aggettivi così forti nello sport, però sì, la finale conta. Noi siamo orgogliosi di essere giunti a questo traguardo, coronamento di un cammino iniziato l'anno scorso, proseguito col sesto posto della stagione passata, con i sedicesimi di Uefa conquistati a dicembre e con il record di risultati utili europei di Boskov addirittura superato. La finale di Coppa Italia rappresenta un ulteriore passo avanti, la testimonianza che anche stavolta siamo riusciti a crescere».

L'esodo. E, intanto, da Genova, la gente sampdoriana non sta nella pelle. Domattina all'alba, i sostenitori blucerchiati partiranno alla volta di Roma, per non perdersi la notte che da anni tutti desiderano. «Li ringraziamo – dice Mazzarri, riferendosi al popolo doriano -, ci hanno seguito dappertutto in stagione e naturalmente domani saranno tantissimi. E' una soddisfazione che la nostra gente merita, giocare la finale, siamo felici ed orgogliosi di aver potuto regalare loro una serata così». Sarà dunque un Olimpico meno biancoceleste, con circa 18.000 sampdoriani presenti, a far sentire la Samp come a Marassi. Un esodo che complica meno le cose per Palombo e compagni, comunque di fatto in casa della Lazio. «Si tratta di un vantaggio oggettivo – continua l'allenatore del Doria -, io non ho fatto nessuna pretattica dicendo che loro probabilmente sono favoriti. Guardate le statistiche delle squadre di A: il 99% fa più punti in casa che in trasferta. Per noi, questa, è una trasferta a tutti gli effetti. Rossi? Lo stimo, è un tecnico esperto ed equilibrato, se ha detto che ho messo le mani avanti non so che farci. Le mie intenzioni le ho spiegate esaurientemente».

I dubbi di formazione. Per quanto riguarda formazioni e timori, il trainer della Samp spiega. «Abbiamo qualche dubbio sul settore destro, dove ci sono stati molti problemi fisici quest'anno, e in difesa, per lo stesso motivo. Deciderò tutto all'ultimo, perchè devo valutare nei minimi dettagli ogni cosa. Della Lazio rispettiamo l'intero gruppo, sappiamo che davanti hanno qualità importanti, ma siamo preparati perchè li conosciamo. L'imperativo dovrà essere concentrazione massima, ad ogni livello». Ultima sul mercato, che vuole il mister livornese lontano da Genova la prossima stagione. «I giornali scrivono tante cose, la mia testa ora è totalmente concentrata sulla finale di domani».

Parla Palombo. Con la Coppa Italia a tre passi, poggiata lì, proprio vicino a lui durante la conferenza, Angelo Palombo ha difficoltà a mascherare un sorriso di emozione. Per lui è la prima volta. Da capitano. Appuntamento con gli almanacchi, dopo un'adolescenza calcistica trascorsa interamente a Genova, dove si può dire che il ragazzo di Ferentino sia diventato uomo e calciatore. Per lui, rappresenta qualcosa di speciale, la finale di domani sera. «Per me personalmente è il segnale di una crescita personale e societaria che è evidente, da quando sono arrivato qui. Ogni anno si è sempre fatto meglio, non ci siamo mai accontentati: oggi è il culmine di un percorso iniziato molto tempo fa». Sulla Tim Cup, Angelo è chiaro e sereno, come sempre. «E' una competizione importante, sebbene spesso venga snobbata, tant'è vero che le grandi quando escono ci restano male». Sarà la partita di Cassano? I media non dicono altro. Così Palombo. «Antonio ci tiene, anche in vista della Nazionale, come ci teniamo tutti. Non c'è bisogno di caricarci ancora, siamo già abbastanza carichi». Una battuta sui tifosi, presenti in massa per un appuntamento atteso da troppe stagioni ormai. «Saremo in tanti, si sentirà meno il calore del pubblico laziale. Grazie ai nostri sostenitori, fantastici, grazie anche al mister che nel corso di questi due anni ha sempre cercato di farci capire il suo credo, ottenendo risultati». L'ultima è sul mercato, inevitabile. Palombo sarebbe da tempo nel mirino della Fiorentina, come riportano i giornali specializzati. Il capitano è secco, sorridendo. «Domani ho una finale, i giornali è meglio lasciarli stare».

Nella foto Pegaso, sguardi sulla coppa per Angelo Palombo e Walter Mazzarri.

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