Guberti, una freccia in più all’arco della Samp

Arriva dalla Roma il primo rinforzo del 2010: il venticinquenne esterno offensivo, che ha scelto la maglia numero 18, si trasferisce in blucerchiato con la formula del prestito.

Dai dilettanti all’Europa nel giro di cinque anni. Mica male per uno che fino a qualche tempo fa i gol provava a farli con le mani. Stefano Guberti da Sesto San Giovanni, aveva 15 anni quando decise di abbandonare la pallamano e cominciare a prendere a calci un pallone. Un po’ tardi a onor del vero. Il motivo? In famiglia – papà veneto, mamma sarda – il refrain era uno soltanto:  il calcio sviluppa solo le gambe, meglio la pallamano… Il piccolo Stefano ripiegò allora su quello sport "minore", ma la sua ostinata volontà alla lunga ebbe la meglio. E oggi eccolo qui, alla Sampdoria via Roma dopo aver assaporato il gusto delle competizioni europee. In blucerchiato, il venticinquenne esterno offensivo arriva in prestito e sa di giocarsi una delle occasioni più importanti della carriera.

Gli esordi. I primi passi calcistici, Stefano li muove a Villamassargia, paesino in provincia di Carbonia-Iglesias, terra d’origine della madre e terra d’approdo dei Guberti al gran completo a fine Anni 80. Seconda tappa è poi Assemini, in Prima Categoria e in Promozione. Destro naturale, nell’Asseminese si mette in luce come ala sinistra ma all’occorrenza viene dirottato sulla corsia opposta oppure qualche metro più in dietro. A notare quell’esterno rapido, tecnico e sgusciante ci pensa la Torres, che prima lo manda in Primavera, poi ad Alghero (Serie D) e infine lo riporta a Sassari. A ventuno anni, con Cuccureddu in panchina, disputa il suo primo campionato di C1, giocando 30 partite, segnando 3 reti e attirando l’attenzione dell’Ascoli, fresco di una storica salvezza in Serie A.

La ribalta. Nelle Marche, Stefano fatica ad ambientarsi. Tesser gli fa assaggiare la massima serie, a Bergamo, il 10 settembre del 2006, ma poi, complice anche un infortunio al ginocchio, lo mette ai margini. Ci pensa Sonetti, subentrato allo stesso Tesser, a dargli fiducia. Ritagliandosi uno spazio sempre crescente, il 18 aprile dell’anno dopo arriva pure la prima gioia: al "Del Duca", Guberti trafigge il Milan per cui tifava da ragazzino ma l’Ascoli perde 5-2 e, a fine stagione, retrocede in B. Ed è tra i cadetti che Stefano si prende il palcoscenico: in bianconero ascolano resta fino al mercato di riparazione del 2008 (51 gettoni totali e 8 gol), quando il lanciatissimo Bari lo ingaggia fino a giugno. Schierato da Conte esterno alto di sinistra nel terzetto offensivo alle spalle della punta centrale, Guberti ripaga la fiducia dei galletti trascinandoli alla promozione con 9 reti in 18 partite.

Giallorosso. Punta e salta l’uomo, segna e fa segnare: giovane, emergente e svincolato, l’esterno sardo fa gola a tanti. Per prenderlo c’è la fila: Roma, Juve, Fiorentina sgomitano. Alla fine sono i giallorossi a spuntarla  – contratto quadriennale a salire – grazie a Spalletti e al suo collaudato 4-2-3-1, l’ideale per Stefano, che parte titolare sia in Europa League (all’"Olimpico" col Gent) sia in campionato (a Marassi col Genoa). In Coppa, contro gli slovacchi del Košice, arriva la sua prima e unica marcatura da lupacchiotto, prima delle dimissioni di Spalletti. Con l’arrivo di Ranieri e il conseguente cambio di modulo, gli spazi per Guberti si riducono e l’ipotesi del trasferimento diventa una necessità. Anche in questo caso, le pretendenti non mancano, ma il matrimonio si fa con la Sampdoria di mister Del Neri, felice di avere al proprio arco una preziosa freccia in più.

Stefano Guberti: la scheda

Luogo e data di nascita: Sesto San Giovanni (Milano), 06/11/1984
Altezza: cm 180
Peso: kg 68
Ruolo: centrocampista

Nella foto Pegaso, Stefano Guberti in azione con la maglia della Roma.