Di Carlo si presenta: «Samp, una sfida entusiasmante»
Il tecnico frusinate si presenta a stampa e tifosi e promette impegno, grinta e tanto lavoro: «La mia Sampdoria scenderà in campo sempre con carattere, dedizione e voglia di vincere».

Che caratteristiche avrà la Sampdoria di Mimmo Di Carlo?
«A me piace praticare un gioco veloce, ma che non può prescindere dall'equilibrio tattico. Giocare in questa maniera è fondamentale per arrivare sempre a risultati importanti e io posso dire che con gli esterni e gli attaccanti che ha la Sampdoria, iniziare col 4-4-2, modulo già adottato la scorsa stagione con grandi risultati, sia la cosa migliore».
Il suo arrivo alla Sampdoria è il premio ad un allenatore che ha fatto la gavetta?
«Io parto dal presupposto che in primis c'è sempre la società. Come bene ha fatto il Chievo, grazie a un'organizzazione societaria straordinaria, lo stesso dicasi per la Sampdoria, sia per il risultato acquisito, sia per quello che cercheremo di acquisire insieme. Essere qui per me è un onore, credo che un allenatore che ha voglia di crescere e migliorarsi debba misurarsi con campioni e piazze calde. Genova blucerchiata, dove i tifosi sono straordinari, è proprio una di queste piazze prestigiose. Un bravo tecnico deve riuscire a portare la propria mentalità in questi contesti, caratterizzando la squadra per arrivare a risultati sempre più importanti. Io proverò a fare questo, convinto che con il lavoro si ottengono sempre dei risultati».
Il preliminare di Champions già a metà agosto: come imposterete la preparazione estiva?
«Sicuramente con la società abbiamo già buttato giù una base di lavoro, ma lo definiremo ancora meglio nei prossimi giorni con l'obiettivo di arrivare all'appuntamento col preliminare di Champions nel miglior modo possibile. Il nostro sarà un lavoro di grande competenza, soprattutto sulla prevenzione, al fine di avere una squadra che fisicamente sia tutto l'anno all'80-90% della condizione ottimale. Non sono preoccupato dei troppi impegni: faremo in modo di farci trovare sempre pronti per giocare le nostre chances».
Per sostenere tre competizioni, servirà una rosa ampia: questo potrà creare problemi?
«Disputare i preliminari di Champions League è per noi importante e, se devo essere sincero, meno male che ci sono i preliminari già ad agosto. Finite le vacanze, i ragazzi avranno subito un primo obiettivo da raggiungere, il che sarà senz'altro un vantaggio a livello motivazionale per ricreare quell'ambiente positivo, necessario al raggiungimento di grandi traguardi. In ogni caso, tutti gli impegni devono essere presi cercando di fare il massimo in ogni partita. Perdere non piace a nessuno, ma è chiaro che bisogna costruire e lavorare per arrivare a questo tipo di mentalità. Vi posso assicurare che la mentalità della Sampdoria sarà proprio questa, di affrontare sempre ogni partita con carattere e determinazione. Ogni partita compreso anche il derby, che avrò l'emozione di vivere anch'io per la prima volta».
Dialoga molto con i suoi giocatori: come si rapporterà con Antonio Cassano?
«Io penso che Antonio, come tanti altri giocatori della Sampdoria, sia un campione. E coi campioni bisogna parlare sempre in maniera franca e chiara. Lui ha dimostrato in questi anni di essere migliorato molto e di aver dato soddisfazioni alla Sampdoria; inoltre, complici la Champions e l'Europeo in programma tra due anni, vorrà ovviamente fare ancora di più. Il resto lo vedremo giorno dopo giorno: è vero che a me piace parlare coi giocatori, ma anche e soprattutto motivarli, per costruire una squadra che pensi e giochi come tale. Il talento di Antonio, in questo senso, può farci fare il cosiddetto salto di qualità che tutti noi ci aspettiamo».
All'esame del corso allenatori di Coverciano ha scritto una tesi sul movimento degli attaccanti in situazione di palla inattiva. Cosa chiederà alle punte doriane?
«Pazzini e Cassano sanno già cosa devono fare; in più mi sembra che l'anno scorso ci fosse anche Pozzi. Dico questo perché per me gli attaccanti, così come i centrocampisti e i difensori, sono tutti importanti e decisivi per mantenere il discorso di equilbrio di cui parlavo prima. Io penso che la Sampdoria debba mantenere le sue caratteristiche nei vari settori del campo, ricercando sempre un equilibrio sia in fase offensiva che difensiva».
Pazzini e Palombo ora sono impegnati con l'Italia. Spera di poter contare anche su di loro?
«A Pazzini e Palombo, così come a Ziegler e a Padalino, è innanzitutto doveroso fare un grande in bocca al lupo per il Mondiale. Il fatto che siano stati convocati è un grande onore anche per la Sampdoria. Sul futuro dei nazionali, mi sembra che il presidente sia stato sufficientemente chiaro. Ha già parlato, e quando parla lui non c'è più niente da aggiungere».
A Genova ritrova Sergio Gasparin. Chi è per Di Carlo il direttore?
«Lui fa parte di una crescita. Quando ero giocatore ebbi la fortuna di trovarlo a Vicenza e da lì, grazie anche alla sua competenza e ai suoi valori umani, è avvenuta la mia crescita sia come giocatore che come uomo. È stimolante lavorare con lui, perché la sua storia dice che le sfide le ha vinte quasi sempre tutte. A Vicenza è stato proprio così: dalla Serie C alla semifinale di Coppa delle Coppe contro il Chelsea».
Nella sua avventura genovese la seguiranno Murgita e Brignardello: loro conoscono bene Genova, questo potrà essere un vantaggio anche per lei?
«Sicuramente sarà un vantaggio. Roberto è il mio alter ego: tranquillo e pacato, se non ci fosse lui a calmarmi in panchina sarebbero guai. Lui è un professionista affidabile, al pari di Gianni Brignardello che alla Sampdoria torna a distanza di tre anni e che quindi non ha bisogno di presentazioni. Saranno loro ad aiutarmi nella conoscenza con l'ambiente e la città; ma, ad essere sincero, non vedo l'ora di conoscere personalmente tutto ciò giorno dopo giorno. Genova e i sampdoriani, infatti, sono una città e una tifoseria che mi hanno sempre affascinato».
Nella foto pegaso, Mimmo Di Carlo in conferenza con il presidente Garrone e il d.g. Gasparin.
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