Rossi contento così: «Non possiamo pretendere la brillantezza»
Sorrisi, e non potrebbe essere altrimenti, perché queste sfide
di Ferragosto e dintorni non sanno che regalare amarezze. Eliminazioni inattese, infortuni e trappole di ogni sorta. Invece
Delio Rossi può fare i conti in assoluta tranquillità dopo avere
messo nero su bianco il passaggio del turno e aver visto la sua Sampdoria crescere minuto dopo minuto. «Abbiamo
faticato più del dovuto? Sì, forse sì – ammette
-, ma per la prima volta abbiamo giocato per i tre punti, contro una
squadra già abituata a farlo. Nel secondo tempo abbiamo aggiustato
un paio di cose e alla lunga la differenza tra le due formazioni si è
vista. Bisogna anche dire che non abbiamo concesso un solo tiro in
porta, e che il calcio d'agosto nasconde sempre delle insidie, basta
vedere i risultati delle altre formazioni».
Difetti.
«Cosa non mi è piaciuto? Abbiamo quasi sempre corso all'indietro e
lasciato troppo campo – analizza il tecnico doriano -, ma partite di
questo tipo servono anche per questo: scoprire i nostri difetti e
capire i nostri punti di forza». A chi gli chiede lumi sulla corsia
sinistra e in particolare sulla gara di Regini, Rossi risponde non usando mezzi termini: «Queste gare sono utili per testare tanti
giocatori, che noi sappiamo avere qualità, ma che devono dimostrarlo
in partite vere».
Preoccupato.
«Se sono preoccupato per la Juve? Deve preoccuparsi chi vive in
tempo di guerra, in Bosnia e a Beirut – dice davanti a microfoni e taccuini -. Noi sappiamo che affronteremo gente di categoria: oggi è
la Juve, domani è il Milan. Non dobbiamo di certo essere
preoccupati. Al contrario sono contento perché abbiamo lavorato
tanto e bene e, visti i carichi di lavoro, non possiamo certo
pretendere di essere brillanti».
Mercato.
«Gabbiadini ha fatto una buona gara, può essere il giocatore che ci
sposta le cose – conclude Rossi -, ma ciò che sa fare deve dimostrarlo qui alla
Sampdoria. Per quanto riguarda il mercato, poi, io non mi faccio
traviare da una partita. Conosco abbastanza bene la categoria e i
miei ragazzi per non farlo. Quello che pensavo prima di questi 90
minuti lo penso anche adesso».