Rivivi su Samp TV la notte di Varese di due anni fa
Abbiamo
fatto in totale 15 finali, Supercoppe comprese. Siamo andati a Berna, a
Göteborg e a Londra a giocarci un trofeo continentale. Abbiamo
vinto. Ma abbiamo anche perso. E proprio per questo dovremmo avere degli
anticorpi speciali contro le sconfitte: che può importare se si perde
la decima o la ventitreesima o la trentaquattresima giornata di campionato, quando si è
accarezzato il sogno di portarsi a casa la Coppa Campioni? E invece no.
Importa eccome. Ogni partita importa.
Finale. Anche se non sei nel tempio del calcio, ma in una tinozza – che
in realtà è un velodromo più che uno stadio – e non riesci lo stesso a
controllare i battiti, ti comprendiamo: in quei 90 minuti non
esiste un passato – puoi averne giocate anche mille di finali – e
neppure un futuro. Esiste solo il presente. E anche se si tratta “solo” di
playoff di Serie B non riesci a mantenere la calma, a temperare le
emozioni, perché una finale è una finale.
Din Don. Tra vent'anni o forse più, gli storiografi quel
Varese-Sampdoria lo ricorderanno come una delle gare più importanti
della nostra storia. A due anni esatti da quella notte, Samp TV, alle 14.30 di oggi, dopo aver mandato in onda
negli scorsi giorni gli altri scontri della post-season 2011/12, ci catapulta di nuovo al “Franco
Ossola” di Masnago, in quell'impianto che a stento conta 9.000 posti. E lo fa per
raccontarci una storia, la nostra, di tutti noi, che soffiavamo su
Andrea Rispoli perché a vele spiegate allontanasse il pallone dalla
nostra porta. Ci avrebbe poi pensato Nicola Din Don Pozzi a trasformare il
tutto il mitologia popolare. Ma questo lo sapete fin troppo bene.
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