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Mihajlovic: «Sono ottimista. Possiamo vincere questa sfida tra squadre arrabbiate»

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Mihajlovic: «Sono ottimista. Possiamo vincere questa sfida tra squadre arrabbiate»

«Uomo ottimista è colui che ordina le ostriche, sperando di pagarle con la perla trovata». Sinisa Mihajlovic ha il bavaglino sulle gambe, la forchetta in una mano e il coltello nell’altra, perché è convinto che a tavola con la Roma si mangi bene, benissimo. «La squadra di Garcia è quella che gioca il miglior calcio d’Italia – prosegue il tecnico serbo, dopo l’attacco citazionista ispirato da Ugo Tognazzi, padre di Ricky, ormai tifoso aggiunto in casa Sampdoria -, ma il Bayern ha dimostrato che dietro è perforabile. I tedeschi sono un’altra cosa rispetto a noi, e martedì hanno giocato ad un altro sport, ma prender gol in tanti modi diversi è indicativo di una certa difficoltà difensiva. Per questo noi possiamo far loro male.  Giochiamo in casa e siamo determinati a vincere, per riprenderci quanto perduto domenica. Sarà una sfida tra arrabbiati».

Spettacolo. Certo, quello di Tognazzi era un bell’assegno in bianco alla fortuna, ma anche Mihajlovic e Massimo Ferrero sembrano molto fiduciosi riguardo a domani sera. «Il più ottimista è il presidente – mette subito in chiaro il mister -, visto quello che ha scritto su Twitter non c’è partita. Io spero che nessuno si offenda se suona la carica e ci dà vincenti: è fatto così, vuole rendere tutto spettacolo, è abituato così».

Migliori. 4-3. 3-0. 2-0. Di previsioni intorno al risultato di Marassi il numero uno della società di Corte Lambruschini ne ha fatte un bel po’. Ma Sinisa si “accontenterebbe” di un 3-0? «Sarebbe un bell’accontentarsi – scherza l’uomo di Vukovar -, ma se potessi vincere 5-0 non mi dispiacerebbe. Mettendo da parte le battute, la Roma è una squadra difficilissima da affrontare. Forse la più difficile del campo, e sicuramente quella che si esprime meglio in Italia: hanno la capacità di gestire il gioco a loro piacimento. Con il Bayern questo non è successo, e infatti sono andati subito in barca. Si è visto che è girato tutto male sin dall’inizio, gli altri poi han sbagliato il primo passaggio dopo 70 minuti…».

Big. «Sapete, domenica ero arrabbiatissimo – rivela Miha ai cronisti raccolti al “Mugnaini” -, ma la differenza rispetto allo scorso anno è che lo ero perché non eravamo riusciti a ottenere una vittoria, non perché avevamo perso male. La differenza di un anno di lavoro sta qui. Battere una big? Deve essere un obiettivo, non un’ossesione. Comunque sia, mi interessa la prestazione, più di ogni altra cosa. Voglio che sudino sette camicie per batterci».

Duri. La sosta prima e Cagliari poi, più che permettere all’infermeria di svuotarsi, hanno fatto sì che i lettini si riempissero. «Sì, abbiamo qualche assenza – spiega l’allenatore senza cercar facili alibi -, ma abbiamo un sacco di giocatori in grado di far bene. Gasta ha la febbre? Vedete, lui è nato in una zona d’Italia dove ci sono uomini duri, non mezzecalzette, per cui ci vuole molto di più per tenerlo fuori. Silvestre? È uscito per precauzione, ma ci sarà». Così come Romero, sostituto di Viviano, finito sotto i ferri in settimana: «Ho sempre detto che, da quando è qui, Sergio sta facendo bene e poi le sue qualità sono indubbie. C’è poco da aggiungere».

Sampdoria. Qualche aeroplanino di carta volato in settimana portava scritto di un futuro nerazzurro per Mihajlovic, ma il serbo accartoccia le voci come fanta-mercato: «Non penso all’Inter, ma solo alla Sampdoria, che peraltro si trova davanti ad una sfida importante. Solo concentrato su quello che succede qui, tutto il resto sono chiacchiere da giornali e nulla più».

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