Mihajlovic si fa vincere dall’onestà: «Sono dispiaciuto, Inter meglio di noi»
«Non meritavamo il pareggio». Sentire parole del genere da un allenatore uscito perdente al novantesimo, dopo aver preso una traversa e aver visto mancare il tap-in decisivo allo scadere solo per una super parata del portiere altrui, fa un certo effetto. Ma Sinisa Mihajlovic ci ha abituato a ben altro. I formalismi e i piagnistei non gli appartengono, per cui se si sente di dire così, almeno qualche ragione il tecnico doriano ce l'ha: «Anche se perdere all'ultimo dispiace, bisogna essere onesti: potevamo fare di più, e non avremmo meritato il pari. Nel primo tempo abbiamo fatto bene solo all'ultimo minuto, con la traversa di Duncan; mentre nella ripresa abbiamo combinato qualcosa di più, soprattutto con Eder».
Determinati. «Alla fine ho allontanato i ragazzi dall'arbitro – spiega Sinisa -, perché tanto ormai non serviva più a nulla. Non era necessario, la gara l'abbiamo perduta noi. L'Inter ha giocato meglio, creando di più. Comunque sia, andiamo avanti sulla nostra strada. Non guardiamo alla classifica, ma gara per gara. Dobbiamo essere cattivi e determinati, perché quando giochi a San Siro non hai molte occasioni, e perciò bisogna che le sfrutti. Altrimenti ci sta anche di perdere».
Giovane. La differenza alla fine però l'ha fatta tutta un tackle un po' avventato. «Romagnoli ha fatto un'ingenuità – ammette l'allenatore ai media, con fare paterno -, ma è giovane, per cui ci può stare. A diciannove anni capita di incappare in episodi come questi: servono a crescere. Gli ho parlato negli spogliatoi a fine gara, gli sarà utile per il futuro».