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Mihajlovic lancia il guanto di sfida: «Chiudiamo questo intenso ciclo con una vittoria»

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Mihajlovic lancia il guanto di sfida: «Chiudiamo questo intenso ciclo con una vittoria»

Il settimo cielo del calciatore è facile da immaginare: è un luogo pieno di vittorie comode come amache, con la musica della Champions in sottofondo, e i titoli di giornali zeppi di complimenti. Ma, come ha detto Sinisa Mihajlovic nella consueta conferenza della vigilia: «Bisogna battere il diavolo, per rimanere in paradiso». Belzebù questa volta ha le sembianze di Pippo Inzaghi, amico di lunga data del tecnico serbo. «Come è successo con la Fiorentina – dice l'allenatore doriano, in riferimento a Vincenzo Montella -, voglio dare un dispiacere ad un mio amico. Non sarà facile, perché il Milan è voglioso di rivalsa: da domenica non pensa ad altro che a rifarsi».

Sette. «Andiamo ad affrontare un'ottima squadra – dice Sinisa ai cronisti raccolti nella sala stampa del "Mugnaini" -, sulla carta anche più forte di noi. Ma abbiamo già dimostrato di essere all'altezza diformazioni di grande valore. Loro hanno uno degli attacchi più prolifici, mentre noi una delle migliori difese: sarà una bella prova. Abbiamo fame: siamo terzi ma non sazi. Questa gara chiude un ciclo duro, intenso: sino ad ora abbiamo fatto quattro punti, domenica ne voglio avere sette».

Fame. Milano versus Genova, per ora vince la Superba. «Che il calcio genovese possa competere con quello di Milano ho qualche dubbio – rivela Mihajlovic storcendo il naso all'interlocutore -, a guardare cifre, investimenti e blasone dei giocatori c'è differenza. Certo è che in campo poi ci vanno la fame e la voglia di ottenere dei successi. E in questo momento Genova è più in alto per numero di punti. Speriamo sia così sino alla fine». 

Derby. Di sicuro, al momento, la città di Cristoforo Colombo veleggia verso le posizioni europee con maggiore fluidità rispetto alla corrispettiva lombarda; ma anche nei caruggi c'è chi guarda nella bottega altrui. «Gasperini parla sempre di noi? Penso che guardare quello che facciamo noi sia per loro uno stimolo – ammette l'uomo di Vukovar -; per questo, stanno andando così bene. Noi non guardiamo al Genoa, sono loro a vivere in base a quello che facciamo noi. Noi guardiamo più in alto. Personalmente posso dire che ai rossoblù ho pensato due volte, e due volte ho vinto. Tornerò a prenderli in considerazione al prossimo derby. Comunque, voglio esser generoso, altruista: prometto che farò di tutto per star in alto e davanti a loro, così potranno tentare di seguirci». 

Recuperi. Garbugli tattici e interrogativi sull'undici non mancano mai, neanche questa volta. «Gastaldello è recuperato – commenta l'allenatore doriano, indicando il capitano, seduto alla sua sinistra -, mentre, per quanto riguarda Romagnoli e Silvestre, andranno valutati in queste ultime sedute. Ne abbiamo ancora due, poi deciderò. E va sostituito anche Palombo, che è squalificato». In proposito, sembra avviata una corsa a due tra Rizzo e Duncan. «Stanno bene entrambi – risponde avvalorando le tesi dei giornalisti -, sono in un buon momento. Rizzo è stato fermo un giorno per un problema alla coscia, ma niente di grave. Non ho ancora scelto, comunque».

Maglia. Poi, il ritorno a piedi uniti sul suo passato a Milano. «Con Inzaghi ho un ottimo rapporto- racconta Sinisa -, ho anche giocato con suo fratello. Ama il calcio e fece di tutto per venire alla mia festa di addio quando appesi le scarse al chiodo, anche se era solo pochi giorni dopo la vittoria della Champions ad Atene. Non ho mai giocato insieme a lui, ma ci ho giocato contro tanti derby. Se mi ricordo qualche suo gol? Non di preciso, ma di certo lui si ricorda le botte che gli davo. Ho vissuto una vita da nerazzurro, ma devo dirvi che il rossonero mi piace. Ma solo se sta tra le strisce blu e bianche della maglia più bella del mondo: quella della Sampdoria».

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