Tutto nella ripresa: un autogol di Nica risponde all’ex Lucchini, al “Manuzzi” finisce 1-1
«Quando non puoi vincere non devi perdere». Sinisa Mihajlovic aveva usato questa frase un paio di settimane fa per spiegare che quando la giornata è storta e non riesci a raddrizzarla, l'importante è che non ti si ritorca contro. E anche se per un po' lo abbiamo pensato, oggi, che tutte quelle occasioni – tre o quattro in serie, tra il tramonto del primo tempo e l'alba del secondo – fossero venute a chiedere il conto: alla fine, al vantaggio di Lucchini in mischia, ha risposto la sventurata – per lui – deviazione di Nica. Così, al triplice fischio di Gervasoni, la Sampdoria torna a casa ancora una volta – l'undicesima della stagione – imbattuto, ma non vincente. E la sensazione è che oggi la squadra sia stata troppo leggera per oltre una frazione, e sia uscita solo alla lunga, quando la gravità tecnica della gara ha schiacciato i bianconeri nella loro trequarti. Non siamo riusciti a vincere, ma giocando come abbiamo fatto intravedere riusciremo presto a tornare a prenderci i tre punti.
Calore.
Da una parte la voglia di tornare ad una vittoria che manca dalla
prima di campionato, dall'altra la voglia di continuare a sognare.
Queste la premesse al fischio d'inizio sul sintetico di un “Manuzzi”
dall'imponente colpo d'occhio blucerchiato. Sospinti dalla voce, dal
calore e dal colore di una Sud finalmente stracolma anche in
formato-trasferta, i ragazzi di Mihajlovic si propongono con il
consueto 4-3-3. Davanti a Romero, da destra verso sinistra, ecco De
Silvestri, Silvestre, Gastaldello e Regini. Affiancato da Soriano e
Obiang, Palombo torna a prendere in mano la mediana dopo la
squalifica con il Milan mentre al solito trio Gabbiadini-Okaka-Eder
viene affidata la licenza di offendere. Ad offendere per primi, però,
sono i padroni di casa: al 10' Defrel non trova la porta con il
mancino.
Cambio.
Il mister si sbraccia e si sgola davanti alla panchina: il suo Doria
non gira come vorrebbe, Il Cesena, pur senza incantare, insiste.
Brienza, su sponda di Hugo Almeida, s'incunea in area doriana poco
dopo il quarto d'ora. L'autoctono Regini sbroglia una situazione
intricatissima e al 22' produce sulla sponda opposta il primo –
sbilenco – tiro blucerchiato verso la porta. Ad un altro ex, Eder,
spetta il secondo al 25': il colpo di testa del brasiliano su cross
di Soriano finisce a lato alla destra di Leali. Anche Gabbiadini
partecipa alla mezzora alla sagra della conclusione fuori misura poco
dopo il cambio tattico sinisiano: Eder mezzapunta alle spalle di
Okaka e e dello stesso Gabbiadini.
Piglio.
E la Samp cresce. Soriano in due occasioni ravvicinate (37' e 41')
crea qualche apprensione all'estremo bianconero e serve ad Eder un
filtrante buono per colpire. Peccato che il 23 – scappato ai
difensori con una magia – venga steso al limite da Capelli, ammonito
per l'occasione. Occasione che proprio Eder non sfrutta per un
nonnulla: il suo bolide su punizione non centra lo specchio e
sancisce la fine della prima frazione. La seconda prende il via con
un'opportunità ghiottissima per noi. Soriano crossa per Okaka, il
cui colpo di tacco da due passi non sorprende Leali. Nemmeno Hugo
Almeida sorprende Romero sul seguente capovolgimento di fronte:
l'argentino respinge con i pugni un tentativo del portoghese. Il
piglio doriano è ben diverso dai primi 45 minuti ed Eder lo dimostra
sparando a fil di palo un mancino dal limite a Leali impietrito.
Pari.
Volta rileva Capelli e va ad affiancarsi ad un altro ex della gara,
Lucchini, al centro della retroguardia romagnola. Lucchini che nel
momento migliore ci colpisce a freddo. Brienza mette in mezzo un
calcio piazzato dalla sinistra, il difensore calcia in bocca a
Romero, el Chiquito respinge e Lucchini ribatte in rete senza
esultare ma portando avanti il Cesena. Il Doria accusa il colpo e
fatica a riassestarsi. Mihajlovic richiama allora Gabbiadini e
rispolvera Sansone. Bisoli toglie un terzino (Perico) per un altro
terzino (Nica): la sostanza non cambia, i bianconeri difendono il
fortino. Lo stesso Nica, però, abbatte la resistenza al minuto 32,
deviando nella propria porta un traversone a filo d'erba di Soriano.
Il pareggio, seppur rocambolesco, pare strameritato.
Incredibile.
Cascione non ci sta e coglie in pieno la parte alta della traversa su
calcio piazzato dai 30 metri. Scampato il pericolo, Bergessio dà il
cinque ad Eder e Okaka impegna Leali con un destro in girata. Al 40',
a strettissimo giro di posta, Obiang viene intercettato sul più
bello, Sansone pareggia il conto dei legni con uno splendido missile
mancino da lontano e Bergessio, scattato sul filo del fuorigioco, si
mangia l'impossibile a tu per tu con Leali. È un finale incredibile. Incredibile come la sensazione che ha chi abbandona lo stadio al termine della gara. Il sentimento di stupore nel leggere questo 1-1 è tangibile. Il Doria domina per lunghi tratti ma non riesce a stracciare il pari incelofanato da un super Leali. Ormai questa gara è andata, possiamo solo augurarci di ripartire a vele spiegate da settimana prossima.
Cesena 1
Sampdoria 1
Reti:
s.t. 14' Lucchini, 32' Nica aut.
Cesena
(4-3-1-2): Leali; Perico (27' s.t. Nica), Capelli (12' s.t. Volta),
Lucchini, Mazzotta; Carbonero, Cascione, Giorgi; Brienza (36' s.t.
Djuric); Defrel, Hugo Almeida.
A
disposizione: Agliardi, Bressan, Valzania, De Feudis, Coppola,
Kranjc, Magnusson, Succi, Garritano.
Allenatore:
Pierpaolo Bisoli.
Sampdoria
(4-3-3): Romero; De Silvestri, Silvestre, Gastaldello, Regini;
Soriano, Palombo, Obiang; Gabbiadini (26' s.t. Sansone), Okaka, Eder
(34' s.t. Bergessio).
A
disposizione: Da Costa, Romagnoli, Duncan, Fedato, Krsticic, Rizzo,
Marchionni, Fornasier, Wszolek, Cacciatore.
Allenatore:
Sinisa Mihajlovic.
Arbitro:
Gervasoni di Mantova.
Assistenti:
Stefani di Milano e Fiorito di Salerno.
Quarto
ufficiale: Di Liberatore di Teramo.
Arbitri
addizionali: Peruzzo di Schio e Maresca di Napoli.
Note:
ammoniti al 33' p.t. Brienza per comportamento non regolamentare, al
43' p.t. Capelli per gioco scorretto; recupero 1' p.t. e 4' s.t.;
abbonati 12.308 (rateo gara 113.872 euro), paganti 3.876 (incasso
63.300 euro); terreno di gioco in sintetico.
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