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Ferrero: «Lunga vita al Torneo Ravano. Un giorno ci giocherà mio figlio Rocco»

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Ferrero: «Lunga vita al Torneo Ravano. Un giorno ci giocherà mio figlio Rocco»

«Sono molto felice di essere qui a presentare il Torneo Ravano, perché insegnare il calcio e lo sport agli uomini di domani è un grande onore. Io e la mia Samp ci siamo». Del Ravano si è scritto e parlato molto in questi mesi, ma oggi, mercoledì 3 dicembre, è il giorno che passerà alla storia come quello del varo dell'edizione numero 31. La prima ad essere curata direttamente dalla famiglia Mantovani dopo il passaggio di mano della Sampdoria.

Mantovani. Il taglio del nastro del trofeo venne fatto nell'ormai lontano 1985, per espressa volontà dell'immenso Paolo, presidente che è divenuto una sorta di stella polare per il mondo
blucerchiato e anche per i patron successivi, come lo stesso Ferrero:
«Non sono all'altezza del grande Mantovani, e non dico solo fisicamente. Ma
lui era romano e io voglio emularlo: il mio più grande sogno è quello di
fare quello che ha fatto lui. Non penso che riuscirò a raggiungere le
sue vette, ma mi piacerebbe fare almeno il 70 per cento di quanto ha fatto lui».

Straordinario. «Non sono un uomo da promesse – dice prima di congedarsi Ferrero -, ma posso dire che finché ci sarò io alla Sampdoria, ci sarà anche il Ravano. Ho un figlio di un anno, Rocco, e mi auguro che un giorno possa partecipare anche lui a questo straordinario evento».

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