La Sampdoria piange Giancarlo Salvi, eroe blucerchiato per dodici stagioni
A noi piace ricordarlo così. Giovane e bello, come gli eroi meritano di essere ricordati. Maglia blucerchiata addosso, diciannove anni compiuti da poco e il sorriso di chi sa di aver fatto qualcosa d’importante pur non essendone pienamente consapevole. Decine di braccia portano in trionfo Giancarlo Salvi nel cielo grigio di San Siro. È il 7 giugno del 1964, la Sampdoria ha appena battuto il Modena nello spareggio per restare in Serie A e il suo gioiello savonese – acquistato bambino dalle giovanili del Cengio – ha sigillato la pratica sul 2-0 dopo il vantaggio di Paolo Barison.
Alfiere. Una partita – una trasferta, una pagina di storia – che resta nella memoria collettiva di generazioni di sampdoriani al pari del suo eroe, che – breve parentesi milanista a parte – da quel momento si consacrerà con i colori più belli di tutti, difendendoli in 328 occasioni e andando a segno 56 volte complessive. Dodici stagioni sul fronte offensivo – da ala o da regista o persino da centravanti di manovra – fanno di Salvi un autentico alfiere dei nostri colori, seguiti sempre con amore nonostante la residenza vicentina.
Cordoglio. Proprio a Vicenza, città che lo accolse nel ’76 dopo la separazione con la Samp, Giancarlo si è spento nella notte a 71 anni. Il presidente Massimo Ferrero e l’U.C. Sampdoria porgono alla moglie Olga, alle figlie Monica e Cristina e a tutta la famiglia Salvi le più sentite condoglianze.
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