Bollini: «I miei ragazzi, educati e vogliosi di imparare»
Intervista al tecnico della Primavera blucerchiata prima in classifica a punteggio pieno: «Ho un gruppo di qualità, e a Genova ci sono le condizioni ideali per lavorare».

Mister, partiamo dalla pura cronaca. Modena-Samp 1-3, una partita sempre in mano e il primato che nessuno vi toglie di dosso.
«Sono molto, molto contento. La soddisfazione è tanta, e la vivo insieme alla società e ovviamente ai ragazzi che hanno saputo creare un buon gruppo: in estate abbiamo lavorato molto bene, gettando le basi per la stagione, anche perché ho trovato nei miei giocatori una grande applicazione negli allenamenti. I risultati, compresa la vittoria nel "Carlin's Boys", hanno creato entusiasmo e motivazioni in più».
Fermo restando un punto: in un settore giovanile, i risultati sono una delle ultime cose cui guardare.
«Verissimo. La bella partenza ci gratifica, chiaro, ma non bisogna farsi condizionare dalle vittorie o dalle sconfitte: qui si lavora per crescere, per migliorare, per metterci personalità e voglia».
Nel 2000/01, a Roma, arrivò lo scudetto. Differenze tra quella Lazio e questa Samp?
«Le differenze sono nell'ambiente, innanzitutto. Anche a livello giovanile lavorare a Roma significa essere esposti a grandi pressioni, a interessi che vanno oltre il lavoro sul campo con i ragazzi, mentre a Genova ho trovato una società serena che mi mette nelle condizioni ideali per fare quello per cui sono qui. Poi le dimensioni della città stessa: alla Samp i ragazzi vivono insieme, si conoscono da anni, là avevo in squadra moltissimi ragazzi romani che vivevano con le rispettive famiglie, rendendo più difficile l'aggregazione tra compagni».
A livello tecnico, comunque, anche questa Samp non si difende male…
«Affatto… Abbiamo dei giovani interessanti, a partire naturalmente da quelli che si allenano stabilmente con la prima squadra e che possono portare ai compagni il vissuto e i ritmi di una formazione di Serie A. Ripeto, le cose più belle sono la predisposizione al lavoro e la grande educazione di questa squadra, oltre al fatto di avere un gruppo che mi consente di non creare distinzioni tra titolari e riserve. Comunque, nessuno in società mi ha chiesto altro che non fossero la valorizzazione e la crescita dei ragazzi».
Dopo qualche anno buio, l'anno scorso la Samp è tornata a centrare la fase nazionale del campionato: il segno di una rinnovata attenzione della società verso il settore giovanile, giusto?
«Sicuramente, visto che al mio arrivo ho trovato un gran lavoro portato avanti dal mio predecessore, Lombardo, e dall'ex responsabile del settore, Massola. La Primavera è la massima espressione del vivaio di una società, ma i suoi risultati sono anche la summa degli sforzi di tutte le altre formazioni: e qui si lavora benissimo».
Un'ultima occhiata al campionato. D'accordo, nessuno vi chiede di vincere nulla: ma volendo provarci, con chi bisogna fare i conti?
«Il Genoa è una formazione molto competitiva, la Juventus è campione in carica e da poco ha stravinto la Supercoppa, l'Atalanta vive da sempre sulle fortune del proprio vivaio, il Torino è fisico e tosto, Piacenza e Parma vanno tenute d'occhio… Può bastare?».
Nella foto Pegaso, il tecnico della Primavera blucerchiata Alberto Bollini.
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