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Flachi e Zenoni trascinano la Samp nei quarti di Coppa

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Flachi e Zenoni trascinano la Samp nei quarti di Coppa

Doppietta del numero 10 e, nel mezzo, gol dell'esterno: la Samp espugna il Barbera e si guadagna la doppia sfida contro il Chievo Verona.

30_flachiazione.jpgSi partiva dall'1-0 di Marassi, da quel piccolo vantaggio che la rete di Bonazzoli regalava alla Samp. E dai contorni grigi di questi tempi, da una stagione che annacqua le poche gioie in troppi dispiaceri. Quattro sconfitte nelle ultime cinque giornate di campionato erano il biglietto da visita che la Samp portava con sé al Barbera, peraltro tappa di questo poco piacevole calvario. Ma la Coppa ha un sapore liberatorio, grande, bello, gustoso: arriva una vittoria, a Palermo, vittoria meritata e a tratti larga per entrare a buon diritto nei quarti di finale di una Coppa, la Coppa Italia, che in passato ha saputo regalare ai tifosi blucerchiati più d'una soddisfazione (quattro, a dirla tutta). A inizio gennaio, doppia sfida col Chievo per guadagnarsi poi, probabilmente, l'Inter.
La faccia del successo è il sorriso misto grinta di Francesco Flachi, l'uomo della provvidenza. Duro quando c'è da esserlo, con l'ombra della B che aleggia, il numero 10 si è caricato la squadra sulle spalle trascinandola prima ancora che al successo alla prestazione, infilando già dopo 13' quel gol che sciolto le gambe e liberato le menti: Cossentino liscia, lui acchiappa il pallone di tacco, mettendosi faccia alla porta già con lo stop, e di sinistro tocca quel che basta per mandare all'aria Agliardi.
L'1-0 significa intanto che la Samp è un'altra rispetto a quella che qui, in campionato, s'è fatta maltrattare senza quasi opporre resistenza, e poi – ma la cosa ha uguale rilievo – che per la qualificazione al Palermo servirebbe qualcosa come tre gol uno in fila all'altro. Potenza del gol in trasferta. Il presidente è in tribuna e sorride, perché due conti li fa anche lui e perché la squadra tiene il campo e addormenta una reazione che i rosanero – invero non propriamente in formazione titolare – manco abbozzano. Si scivola così fin dopo la mezz'ora, quando la partita davvero perde definitivamente d'incertezza: punizione di Volpi, Zenoni si ritrova il pallone davanti ad Agliardi e si regala, dopo la rete che aveva chiuso la partita a Bologna, la seconda soddisfazione di questa Coppa Italia. 2-0 Samp, qualificazione in tasca e tanti saluti al Palermo.
Si vede che Accardi sente l'aria di casa (qui è nato, qui ha iniziato, qui ha vinto un campionato cadetto e ha conosciuto la A), ma è probabilmente lui – con Flachi fuori concorso – l'uomo in grado di dare alla Samp la superiorità numerica in ogni parte del campo: bravo a chiudere in difesa, impiegato come esterno a sinistra, e altrettanto bravo a salire palla al piede per ribaltare il fronte d'attacco. Non è un caso che il terzo gol, a ripresa iniziata da poco, nasca da un suo tiro (sballato) che libera Flachi sul filo del fuorigioco davanti ad Agliardi: di nuovo, controllo e tocco che non lascia scampo. La gioia, con una corsa lunga dall'area fino alla panchina di Novellino, è tanta ed è di tutti: la Samp è unita, spiega Francesco con i fatti.
Sembra che paure e incertezze degli ultimi tempi non abitino più qui, e che ogni problema sia risolto, ma una serata costituisce solo un indizio e non una prova: e quando infine arriva la reazione del Palermo, che Guidolin rinforza prima con Pisano e Simplicio, quindi con Amauri nel tentativo almeno di non perdere, la Samp barcolla e sbanda. Guana infila di testa, con la difesa per farfalle, Brienza fa 2-3 dopo una respinta corta di Castellazzi. La qualificazione è in saccoccia, d'accordo, ma resta del materiale su cui lavorare. Tanto più che lo stesso Castellazzi, ottimo prima del gol, torna a livelli d'eccellenza con due o tre salvataggi mica da ridere prima del 90', per mettere al sicuro insieme al passaggio ai quarti anche la vittoria.
La Samp è tornata, allora? La Samp è viva, quantomeno. Messina, tra pochi giorni, sarà un altro passaggio cruciale per capire se davvero la strada imboccata è, una volta per tutte, quella giusta. Con la consapevolezza che almeno in Coppa si può sorridere senza pensieri.

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