Conferme e arrivi tra i pali: parlano Castellazzi e Mirante
Uno è uscito a testa alta, senza mai mollare, da una stagione che non ha risparmiato momenti difficili, l'altro ha fatto il secondo nientemeno che a Buffon: la parola ai portieri.

Castellazzi, l'Intertoto e la professionalità. Parte dal passato, Luca, da un campionato vissuto un po' in campo e un po' fuori, spesso criticato: «Però alla fine il bilancio, visto che ho giocato 26 partite, mi lascia soddisfatto – sorride lui -. Soprattutto per quel che ho fatto da gennaio in poi, quando sono riuscito a trovare la continuità che cercavo. Certo, sono stato fuori, ma sono sempre andato avanti per la mia strada e credo di essere stato ripagato coi fatti: se sono ancora qui vuol dire che la società mi ha apprezzato anche come professionista, no? Ne vado orgoglioso». Però arriva Mirante: giovane, bravo, ha già dimostrato di poter stare in A senza complessi. «Ma avere un compagno in gamba e ambizioso è solo uno stimolo per dare sempre il meglio – replica Luca -, d'altronde il posto garantito non ce l'ha nessuno… Il nostro è un ruolo nel quale si sta sempre insieme, ed è fondamentale creare un buon rapporto da subito: sono sicuro che non ci saranno problemi con nessuno, né coi compagni né col nuovo preparatore (Nunzio Papale, ndr). Tutti quanti abbiamo solo voglia di lavorare e di far bene». Far bene da subito, sin da luglio, da quest'Intertoto che incombe… Castellazzi sa di quel che parla: «Quando ero a Brescia ci abbiamo provato due volte, con la vecchia formula – ricorda il portiere -, e credo che entrare in Uefa dalla porta di servizio non sia poi tanto male… E' pur sempre una competizione che dà visibilità, che regala esperienza a livello internazionale, e la mia esperienza personale mi dice che non creerà problemi in campionato: per intenderci, non è mica detto che ad aprile non ne abbiamo più… Anzi».
Mirante, Buffon e un anno speso bene. L'altro, Mirante, non può che partire da lì. Vinovo, Torino, centro d'allenamento della Juventus. E lui a lavorare fianco a fianco con Gigi Buffon: «Ricordo che l'anno scorso sentivo dire mi servisse un altro anno in prestito, per maturare – racconta Antonio -. Invece sono rimasto a lavorare con Buffon, a confrontarmi ogni giorno con lui, e penso di aver imparato parecchio: ecco, alla Samp spero di mettere in atto quel che ho capito in tutto l'ultimo campionato…». Giocandosi il posto con gli altri, insomma: «Esatto – è la risposta -, ma solo perché tutti quanti abbiamo stimoli da vendere e voglia di far bene. La Samp punta prima alla qualificazione Uefa e poi ad una buona classifica, io sono carico e voglio dimostrare quanto valgo».
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