Da Costa: «Mi sento pronto per questa grande sfida»
Il nuovo acquisto brasiliano si presenta: «Sono un portiere che ha tanta voglia di lavorare e di migliorare ancora. Essere qui è un sogno che s’avvera, l’occasione della mia carriera».
Con quella faccia un po’ da Roger Federer e un po’ da Amantino Mancini, Ângelo Esmael Da Costa Júnior ha visto Genova. E gli si è spalancato un mondo. Tutto blucerchiato. «È un nome troppo lungo, il mio: chiamatemi semplicemente Da Costa», scherza nelle sue prime parole ufficiali da doriano. Polo di un verde celadon, fisico asciutto, sorriso contagioso, simpatia e cortesia tipicamente brasileire: una volta formalizzato il suo acquisto, il nuovo portiere, si presenta raggiante ai microfoni di Samp TV e ai taccuini di Sampdoria.it. «Innanzitutto ringrazio l’Ancona che mi ha dato l’opportunità di giocare titolare e di mettermi in mostra in un campionato difficile come quello di Serie B – ammette in un ottimo Italiano -. E poi non posso far altro che ringraziare la società e i dirigenti della Sampdoria. Hanno dimostrato di credere in me: essere in una squadra così, che gioca la Champions League, è un sogno che s’avvera, un sogno a cui ancora adesso fatico a credere».
Che estremo difensore è il nuovo Ângelo blucerchiato?
«Sono un portiere che ha tanta voglia di lavorare e di migliorare ancora. Ho cominciato in Brasile, nel Santo André. Tra giovanili e prima squadra ho giocato per 9 anni con quella maglia, poi, nel 2008, sono arrivato in Italia, al Varese. Mi sono allenato e basta, non è stato facile, ma quei tre mesi iniziali mi sono serviti per imparare la lingua e i metodi d’allenamento italiani. Poi mi ha chiamato l’Ancona, ho fatto due stagioni in B e oggi, dopo Moena, eccomi ufficialmente a Bogliasco».
La Sampdoria cosa rappresenta per un brasiliano come te?
«Tanto, rappresenta l’occasione della mia carriera. mi viene da pensare a Cerezo è un’istituzione nel nostro paese, lo conoscono tutti. E io conoscevo bene la Sampdoria: non so perché, forse per via di quella maglia, di quei colori, ma anche guardandola dal di fuori ho sempre avuto simpatia per questa squadra. Solo il pensiero di giocarci è qualcosa di meraviglioso. Poi c’è dell’altro».
Prego.
«Ho sempre ammirato i grandi portieri, più o meno recenti, che hanno giocato qui. Pagliuca, Zenga, Castellazzi, Storari. Li osservavo in televisione cercando di assimilare i loro movimenti, di rubare loro qualche segreto. Spero di aver imparato qualcosa».
Lo vuoi sapere un segreto, che poi tanto segreto non è? Qualora giocassi una partita ufficiale, saresti il primo portiere straniero della storia sampdoriana.
«Davvero? Lo scopro adesso. Mi farebbe molto piacere ma spero di lasciare il segno sul campo, non solo sugli almanacchi. Personalmente mi sento pronto per questa grande sfida».
Nella foto Pegaso, Ângelo Da Costa sorride per le prime pose da blucerchiato.