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Fernandes a Premium Sport: «Avanti così, con la nostra identità»

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Fernandes a Premium Sport: «Avanti così, con la nostra identità»

È portoghese ma parla come un italiano. È soltanto un ragazzo ma sa pesare le parole come un veterano. Bruno Fernandes sta crescendo di partita in partita, ripagando sul rettangolo verde la fiducia di chi ha creduto in lui. «La vittoria con l’Inter è stata importante – esordisce al microfono di Premium Sport HD -. Servivano i tre punti e serviva dare continuità al lavoro che stiamo facendo. Personalmente è un bel momento, cerco di sfruttare le occasioni che mi vengono concesse e di fare il meglio possibile. Non mi sento un titolare: siamo tutti importanti, abbiamo un grande gruppo e tutti ci faremo trovare pronti ogni volta che saremo chiamati in causa».

Trasferte. Il successo in trasferta manca dalla prima di campionato. «Al di là delle sconfitte e dei pareggi la squadra c’è sempre stata e il gioco pure – prosegue -. Abbiamo sempre creato problemi agli avversari e a volte siamo usciti con un po’ di rammarico. Potevamo avere più punti, è vero, anche per situazioni sfortunate o per errori non nostri, ma dobbiamo guardare avanti e adesso andremo a Firenze per provare a vincere. Il “Franchi” è un campo difficile, la Fiorentina gioca molto bene, è una delle squadre con più possesso palla e ha giocatori bravi nell’uno contro uno. Anche noi però siamo molto forti e chiunque giocherà saprà comunque metterli in difficoltà».

Peso. A Bogliasco intanto arrivano attestati di stima pure da quotidiani come Marca. «Fa piacere ricevere complimenti e sentirsi dire che il tuo lavoro sta dando frutti; l’importante è dare continuità a ciò che fai, continuare a segnare, a fare assist e ad aiutare i compagni. Perché la 10? È stata una scelta condivisa con la società: mi hanno detto che mi volevano e volevano che fossi il numero 10 della Sampdoria. Questa maglia l’ha vestita un certo Mancini, un idolo per i tifosi: sicuramente ho delle responsabilità, ma a me le responsabilità piacciono. Mi assumo il peso della scelta e spero di dare delle risposte».

Strada. L’arrivo a Genova in ritardo e l’inizio in panchina non sono stati facili, ma Bruno non ha rimpianti e lo ammette: «Sono arrivato in ritardo per le Olimpiadi, una competizione che volevo giocare perché ci tenevo a rappresentare il mio Paese. Sono sempre stato a disposizione e ho fatto del mio meglio per entrare in squadra. La nazionale maggiore? È il sogno di ogni bambino, io sogno ancora e continuerò a farlo fino a quando ci sarà l’opportunità. Rui Costa? È uno dei giocatori che ho seguito di più, per l’età che avevo quando giocava e per i paragoni che hanno fatto con lui quando sono arrivato in Italia. Credo siano esagerati: lui ha fatto la storia di Benfica, Fiorentina e Milan; io devo fare ancora tanta strada».

Trequartista. In quale ruolo? Fernandes ha le idee chiare anche in questo caso. «Io mi trovo bene in ogni ruolo – specifica -, ho bisogno del campo per stare bene. Esterno, trequartista, mezzala, mediano basso: ho fatto un po’ di tutto, ma sono la concentrazione e l’atteggiamento a fare la differenza, la testa che ci si mette nel ricoprire questa o quella posizione. Mi trovo bene da trequartista, credo che il modo in cui giochiamo ora sia il migliore per me. Il ballottaggio con Alvarez? È sempre uno stimolo, Ricky è un grandissimo giocatore, un amico, ho un bellissimo rapporto con lui: siamo in due per una maglia. Potremmo anche giocare insieme, ma tocca al mister fare le scelte».

Mix. Linetty, Torreira, Fernandes. Benzina verde nel motore doriano. «L’età conta poco – taglia corto -, e poi abbiamo anche Praet e Djuricic, ragazzi più esperti come Cigarini e Barreto che ci danno una grossa mano, al pari di Alvarez. C’è il giusto mix di esperienza e gioventù ed questo che ci sta facendo crescere. Muriel e Quagliarella sono due attaccanti molto forti, sono contento di lavorare per loro, senza dimenticare che abbiamo giocatori come Budimir e Schick. Fabio ha vinto tutto, la sua carriera parla per sé e il gol numero 100 arriverà al più presto».

In alto. E la Sampdoria dove può arrivare? «Dobbiamo vincere tutte le partite che abbiamo davanti – conclude da Bogliasco -, abbiamo un’identità di gioco, cosa che non tutti hanno. Giampaolo ci ha fatto capire che possiamo fare buone cose e dobbiamo continuare così, lui in panchina e noi in campo. Il nostro primo obiettivo è la salvezza per poi arrivare più in alto possibile».

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