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Samp, a Livorno brusco stop: 3-1 per gli amaranto

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Samp, a Livorno brusco stop: 3-1 per gli amaranto

Approccio sbagliato alla gara e il Livorno colpisce subito con Knezevic e Tavano (uno-due tra l'8' e il 10'), quindi nel finale di gara la rete di Bellucci che illude e il terzo gol del Livorno, in contropiede, ancora con Tavano.

25_pasqualemaggioSi esce male dall'Ardenza, con un 3-1 che pesa, con un esame di maturità rimandato. Meglio, non superato. Contro il Livorno, la Sampdoria era chiamata a dar seguito ai successi di Cagliari e Marassi, successi salutati come la possibile svolta di una stagione invece ancora troppo incerta per esser catalogata. Ciò che preoccupa è l'atteggiamento del collettivo, nuovamente annichilito dopo un gol subito. Tra l'altro, nei primi dieci minuti di partita, quando alla fine manca ancora una vita.

Uno-due. Aggrapparsi agli episodi non è corretto, nemmeno giusto. Non può essere un caso infatti incassare la seconda rete dopo soli due minuti dalla prima, praticamente nello stesso modo. Uomo dimenticato, palla nel sacco. E' il caso del vantaggio amaranto firmato Knezevic, è soprattutto il caso del raddoppio livornese targato Tavano. Bum bum. E (quasi) tutti a casa. Già, perché nei restanti 35' del primo tempo fiammate blucerchiate non se ne vedono. Impossibile perfino scorgerne il fumo in lontananza, la Samp è praticamente già negli spogliatoi, ad attendere la strigliata di Mazzarri. Non funziona l'attacco – Caracciolo, dopo una partenza positiva, recita il ruolo di non pervenuto -, non va il centrocampo (Volpi è solo e sulle fasce ci si va poco e male), scricchiola come il legno divorato dalle tarme la difesa. Si salva – e alla grande – il solo Castellazzi, perfetto in almeno due interventi.

Un film già visto. Tutto ciò mentre i padroni di casa la mettono sui muscoli, conoscendo i limiti caratteriali dell'avversario. Canovaccio prestampato, sembra di assistere a Catania-Samp. E a qualche altra. E averci fatto l'abitudine, a certe domeniche, aumenta il rammarico. La rabbia. Rabbia che aumenta nella ripresa, quando Bellucci pesca un gran gol in semirovesciata (35', è il quinto centro del folletto romano in campionato) e il popolo blucerchiato vuol credere alla cieca nella tanto agognata inversione di tendenza. Ma è un fuoco fatuo, in tutti i sensi. Su un calcio d'angolo in favore della Samp, infatti, il Livorno conquista la sfera e anima un contropiede da manuale, concluso freddamente ed inesorabilmente dal redivivo Tavano. 3-1, c'è giusto il tempo di levarsi dalle orecchie l'eco delle urla amaranto e di far spazio al trillo del triplice fischio di Gervasoni. Fine dei giochi.

I punti fermi. Nessun punto al Picchi – autentico teatro dell'incubo per i colori blucerchiati, non ci si vince dal '66 -, nessun punto in classifica. Nessun punto nella colonnina della personalità, scesa pericolosamente ai livelli che avevano generato il gran riscatto di Cagliari. Che cosa sia necessario cambiare, è domanda pertinente. E di risposta ardua. Restano alcune considerazioni, da metter lì e ragionarci sopra. Una su tutte: Bonazzoli. L'ingresso dell'ariete mantovano ha acceso di colpo l'attacco doriano. Emiliano sta bene, sta recuperando la forma, è in grado come nessuno in rosa di aprire gli spazi ai compagni, di difendere la palla e trasformarla in corridoi interessanti. Di andarsela a prendere, anche. Con lui in condizione, al centro della linea avanzata, c'è la possibilità di favorire anche le altre punte. Si tratta, in sostanza, di un punto di riferimento venuto a mancare con l'assenza di Montella, un approdo a cui i compagni possono attraccare con sicurezza. E non è roba da poco. Un'altra riflessione, tanto per salvare ciò che è doveroso salvare del pur nero 3-1 dell'Ardenza, riguarda Campagnaro. Elemento sempre in partita, sempre in palla, mai domo. Sull'argentino si può contare, così come su Castellazzi, parso in netto recupero. Di Bellucci, infine, si è già detto. Al momento, Claudio è il bomber principe della Samp in campionato, l'uomo in più in attacco. Punti fermi da cui ripartire. Già da sabato a Marassi contro la Reggina (calcio d'inizio ore 18), un nuovo revival per Mazzarri, l'ennesimo esame per la Sampdoria. Che al Ferraris ha l'obbligo di dare qualcosa in più. Per imparare a farlo anche lontano da casa.

Livorno         3
Sampdoria   1
Reti:
8' p.t. Knezevic, 10' p.t. Tavano; 34' s.t. Bellucci, 43' s.t. Tavano.
Livorno (3-5-2): Amelia; Grandoni, Galante, Knezevic; Balleri, De Vezze, Pulzetti, Bergvold (24' s.t. Pavan), Pasquale; Tavano (45' s.t. E. Filippini), Tristan (24' s.t. Bogdani). A disposizione: De Lucia, Rezaei, Loviso, Diamanti. Allenatore: Giancarlo Camolese.
Sampdoria (3-4-2-1): Castellazzi; Campagnaro, Sala, Lucchini; Maggio, Volpi, Franceschini, Ziegler (8' s.t. Pieri); Sammarco (17' s.t. Bonazzoli), Bellucci; Caracciolo (38' s.t. Kalu). A disposizione: Fiorillo, Gastaldello, Palombo, Zenoni. Allenatore: Walter Mazzarri.
Arbitro: Gervasoni di Mantova.
Assistenti: Masotti di Bologna e Bernardoni di Modena.
Quarto uomo: Scoditti di Bologna.
Note: ammoniti al 9' p.t. Lucchini, al 31' p.t. Amelia, al 31' s.t. Campagnaro e al 37' s.t. Bonazzoli; spettatori 9.000 circa; recupero p.t. 0', s.t. 4'.

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Nella foto Pegaso, un duello tra Christian Maggio e Giovanni Pasquale.

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