Samp, dopo quindici anni è di nuovo finale di Coppa!
La Samp tiene botta nello stadio dell'Inter e conquista la qualificazione alla finale di Coppa Italia dopo quindici anni. Delirio sugli spalti di San Siro per 15.000 sampdoriani.
Frammenti di Sampd'Oro, nella notte di San Siro che sembra di colpo la notte di Marassi. 15.000 tifosi blucerchiati ad aspettare di liberare l'urlo, sperando di liberarlo presto, per cantare felici tutta la partita.
Pressione. La squadra di Mazzarri divisa tra la concentrazione e l'ovvio peso della pressione, inevitabile per un gruppo che pur bazzica da due stagioni in Europa, ma che di finali ancora non ne ha vissuta neppure una. E poi la partita, naturalmente. Difendere un 3-0 a dir poco impensabile alla vigilia dell'andata, difenderlo nello stadio dei campioni d'Italia, che schierano tutti i loro più forti calciatori, come fosse notte di Champions League.
L'impresa blucerchiata. Per la Samp, per questa Samp, Champions League è. Ma anche per l'Inter, in fondo. Perché Mourinho e ragazzi vogliono l'ennesimo trofeo, e vogliono confermare la nomea degli anni, la nomea che li vuole pazzi. Griffando per l'ennesima volta i galloni di squadra più forte del campionato italiano. Ed ecco che l'impresa doriana acquista maggior valore.
Ricordi. Esattamente qui affiorano i frammenti della Sampd'Oro di Paolo Mantovani. Eliminare chi sta su un altro pianeta, portare il sogno su questo, di pianeta, viverlo, realizzarlo. Goderlo, ricordarlo negli anni. Quindici, per la precisione, da quando i colori blucerchiati hanno visto – e vinto – una finale per l'ultima volta. Sampdoria-Ancona, Coppa Italia 1993/94, a Marassi. C'era un certo Ruud Gullit, per non parlare di Roberto Mancini e di tutti gli altri che è anche inutile elencare.
Oggi è oggi. Altri tempi, si dice sempre, parlando di Samp. Oggi no, oggi è oggi. Oggi siamo in finale di Coppa Italia, traguardo che ancora in soldoni non vuole dire nulla, d'accordo, perché all'Olimpico il 13 maggio ci sarà la Lazio e non la Juve – la qualificazione Uefa ancora non può essere festeggiata -, perché bisognerà davvero portarla fino in fondo quest'impresa. Però siamo in finale e prepariamo l'esodo verso la Capitale, all'alba di una partita sofferta e dura, che ci consegna la possibilità di vivere un finale di stagione all'insegna dell'emozione e – perché no? – del sogno.
La partita. Giusto, la partita. Inter-Samp si è giocata su ritmi elevati, dall'inizio, con i blucerchiati di Mazzarri bravissimi a non difendersi in undici dal primo minuto e altrettanto bravi a creare due palle gol con Sammarco e Pazzini nel primo quarto d'ora. Poi, l'Inter, fino ad allora sorniona, si affida ad Ibra, strepitoso come sempre. Lo svedese segna a metà parziale un gran gol, che risveglia il desiderio d'impresa nerazzurro. La Samp va in affanno per circa dieci minuti, ma tiene. E, di fatto, stampa tre quarti biglietto per Roma. Nella ripresa, ancora Inter in pressione, però il Doria è attento non sbuffa dietro e crea con Cassano la perla per chiudere tutto in bellezza. Lo slalom di Peter Pan è però bloccato da Julio Cesar, così si prosegue, mentre i minuti passano e nel settore ospiti cresce la convinzione di farcela.
Festa a San Siro. Si arriva fino al rosso a Materazzi al 93', che accende definitivamente la festa blucerchiata. Sugli spalti di San Siro. Via alle foto ricordo e agli sms da salvare sul cellulare. Via, soprattutto – e ora lo possiamo dire -, alle prenotazioni per il 13 maggio. Roma, stadio Olimpico. Lazio-Sampdoria. Finale di Coppa Italia.
Inter 1
Sampdoria 0
Rete: 27' p.t. Ibrahimovic.
Inter (3-4-3): Julio Cesar; Cordoba (1' s.t. Chivu), Burdisso, Materazzi; Santon, Vieira (9' s.t. Cambiasso), Zanetti, Maxwell; Cruz (9' s.t. Crespo), Ibrahimovic, Balotelli. A disposizione: Toldo, Krhin, Mancini, Obinna. Allenatore: José Mourinho.
Sampdoria (3-5-2): Castellazzi; Campagnaro, Lucchini, Accardi; Raggi (21' s.t. Stankevicius), Sammarco, Palombo, Franceschini, Pieri; Pazzini (46' s.t. Padalino), Cassano (33' s.t. Delvecchio). A disposizione: Mirante, Ziegler, Dessena, Marilungo. Allenatore: Walter Mazzarri.
Arbitro: Orsato di Schio.
Assistenti: Rosi di Gubbio e Grilli di Gubbio.
Quarto uomo: Saccani di Mantova.
Note: espulso al 48' s.t. Materazzi per proteste, allontanato al 48' s.t. Mazzarri per proteste; ammoniti al 22' p.t. Cordoba, al 31' p.t. Ibrahimovic, al 14' s.t. Accardi, al 34' s.t. Zanetti, al 37' s.t. Chivu e al 43' s.t. Pazzini; spettatori 40.000 circa; recupero p.t. 5', s.t. 4'.
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Nella foto Pegaso, Cassano cerca spazio tra Burdisso e Chivu.