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Soltanto i rigori spingono la Coppa Italia lontano dalla Samp

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Soltanto i rigori spingono la Coppa Italia lontano dalla Samp

La finale di Coppa Italia premia la Lazio, che dopo l'1-1 (Zarate-Pazzini) dei 90' più supplementari fa festa dopo i calci di rigore: decisivo l'errore di Campagnaro.

13_siviglialichtsteinercassanoOrgoglio Samp, fino in fondo. I blucerchiati perdono ai calci di rigore la finale di Coppa Italia, in casa – a tutti gli effetti – della Lazio, rimontando con Pazzini lo svantaggio-lampo iniziale firmato Zarate e rendendosi protagonista di una partita caparbia, attenta, magari non spettacolare, ma senza dubbio intensa e positiva sotto il profilo della personalità.

Il pubblico. Certo, conta il risultato. Nei dentro-fuori, soprattutto. E quello al Doria, oggi, non sorride. Però essere tornati alla ribalta dopo quindici anni è un segnale, che fa ben sperare i meravigliosi sostenitori blucerchiati giunti in capitale ad urlare per la Samp. Sulla curva doriana val la pena dire due parole in apertura. Perché non era facile ridurre l'evidente gap numerico, in uno stadio tutt'altro che diviso a metà, come solitamente succede nelle gare secche conclusive di ogni manifestazione. Onore dunque al merito di un popolo oggi di migranti, sempre di innamorati. Chi ha acceso la tv stasera, guardando la Sud dell'Olimpico, non ha potuto non notare un colpo d'occhio imponente, che rinnova nel tempo la tradizione ormai storica del pubblico blucerchiato.

Subito Zarate. Ma non di solo pubblico ha vissuto la squadra di Mazzarri stasera. C'è stata una finale, degno coronamento di due anni di lavoro vissuti dal tecnico toscano e dal suo staff, una finale ben interpretata e animata con ogni forza fino alla fine. Questa Samp è questa Samp, inutile stare a fare impossibili paragoni col passato e oggi ha fatto tutto ciò che ha potuto per riportare a Genova un trofeo che manca da troppo tempo. Le linee guida della cronaca partono al 4', quando Zarate – autentico trascinatore ed elemento più talentuoso dei laziali – segna un gran gol, gelando il settore ospiti blucerchiato.

Ci pensa Pazzini. Si prosegue con una Lazio più pimpante, perché la testa è a posto dopo il vantaggio, e una Samp bravissima a non uscire dalla gara. Castellazzi rischia tutto però al 27' su Pandev, solissimo davanti a lui, ma il portiere milanese è miracoloso e regala a Mazzarri l'illusione che sia la serata giusta. Stessa cosa fa Pazzini al 31', girando di testa da grande attaccante una sponda di Stankevicius, dritta dritta alle spalle di Muslera. 1-1. La Samp ci crede. Lazio meno in palla, forse il Doria potrebbe approfittarne, però occasioni ce ne sono poche e il primo tempo scivola via.

Rigori fatali. Nella ripresa, inizio buono di Palombo e compagni, con i padroni di casa a prendere quasi immediatamente le redini del gioco finita la breve sfuriata Samp. Secondo tempo brutto da vedere quello dell'Olimpico, da finale. Rossi pensa a Rocchi, escluso dai titolari, e lo butta nella mischia a metà parziale. Ma il capitano biancoceleste non è in gran vena, così come la manovra blucerchiata, troppo slegata. Inevitabili i supplementari, con sostituzioni di qua e di là. Nella Lazio entrano anche De Silvestri e Del Nero. Mazzarri richiama Lucchini, Sammarco e Franceschini per Gastaldello, Dessena e Delvecchio. Niente. Nessuno è decisivo, nemmeno Peter Pan Cassano, imbrigliatissimo, nel suo vecchio stadio. Si va ai rigori. Proprio Antonio tira il primo, parato. E sembra notte per il Doria. Non fosse per l'errore di Rocchi, altro protagonista annunciato, al secondo turno di rigori. Tirano un po' tutti, poi, perchè si va ad oltranza e la palla maledetta capita tra i piedi di Campagnaro, che elegge Muslera eroe. Dabo fa il resto, mandando la Coppa Italia dove i tifosi della Sampdoria non avrebbero voluto vederla.

Lazio              7
Sampdoria   6 (d.c.r., 1-1 al 90' e d.t.s.)
Rigori:
Cassano parato, Ledesma gol, Palombo gol, Rocchi palo, Pazzini gol, Rozenhal gol, Gastaldello gol, Kolarov gol, Accardi gol, Zarate gol, Delvecchio gol, Lichtsteiner gol, Campagnaro parato, Dabo gol.
Reti: 4' p.t. Zarate, 31' p.t. Pazzini.
Lazio (4-4-2): Muslera; Lichtsteiner, Siviglia, Rozenhal, Kolarov; Brocchi (13' p.t.s. De Silvestri), Dabo, Ledesma, Foggia (35' s.t. Del Nero); Zarate, Pandev (28' s.t. Rocchi). A disposizione: Carrizo, Radu, Diakite, Mauri. Allenatore: Delio Rossi.
Sampdoria (3-5-2): Castellazzi; Campagnaro, Lucchini (6' p.t.s. Gastaldello), Accardi; Stankevicius, Sammarco (46' s.t. Dessena), Palombo, Franceschini (42' s.t. Delvecchio), Pieri; Pazzini, Cassano. A disposizione: Mirante, Padalino, Delvecchio, Marilungo. Allenatore: Walter Mazzarri.
Arbitro: Rosetti di Torino.
Assistenti: Calcagno di Nichelino e S. Ayroldi di Molfetta.
Quarto uomo: Rizzoli di Bologna.
Note: ammoniti al 7' p.t. Foggia, al 26' p.t. Lucchini, al 9' s.t. Siviglia, al 16' s.t. Accardi, all'8' p.t.s. Delvecchio, al 3' s.t.s. Palombo, al 5' s.t.s. Gastaldello e al 15' s.t.s. Campagnaro; spettatori 70.000 circa; recupero p.t. 0', s.t. 2', p.t.s. 0' e s.t.s 0'.

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Nella foto Pegaso, Cassano alle prese con Siviglia e Lichtsteiner.

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