Parla il presidente: l’intervista esclusiva a Riccardo Garrone
In esclusiva per Samp TV, il numero uno doriano fa chiarezza sul momento blucerchiato: «Con Cassano ho sempre un ottimo rapporto, Del Neri ha il mio pieno appoggio e questa Sampdoria può mirare in alto».
Come ama ripetere egli stesso spesso e volentieri – e lo ha fatto anche questo pomeriggio – Riccardo Garrone è una persona che non ama apparire. E soprattutto esporsi al can-can dei media. Lo fa in rare occasioni, quando serve la necessità di fare luce su determinate vicende si fa quasi inevitabile. «La vicenda Del Neri-Cassano-Fiorentina ha avuto un’attenzione mediatica che va ben oltre quanto meritasse realmente – comincia il presidente della Sampdoria nell’intervista esclusiva realizzata da Samp TV -. Io credo che sia stato fatto un clamore eccessivo come d’altronde accade sempre a livello mediatico nel mondo del calcio. Si è trattato di una questione ingigantita e mal interpretata, che ha creato confusione soprattutto per la tifoseria appassionata, per quei sostenitori che seguono le trasmissioni televisive e si sono sentiti disorientati da queste voci».
Per fare chiarezza una volta per tutte, come sono andate realmente le cose?
«L’idea di cedere Antonio Cassano in prestito alla Fiorentina è stata del procuratore del calciatore, l’avvocato Bozzo. Un’idea che ha riscontrato interesse nel diesse viola Corvino, che è stata riferita a Marotta sabato scorso e che sono venuto a sapere immediatamente. Antonio si è detto subito disponibile ad esaminare la cosa. Poi, all’una e mezza di domenica, prima di Sampdoria-Atalanta, vengo a sapere che aveva deciso di rimanere per una serie di argomenti come l’attaccamento ai colori, il rapporto con me e con la società e il riconoscimento verso una squadra che lo ha fatto rivivere come giocatore. Questa è la verità sulla vicenda, siamo lieti che abbia rinunciato al trasferimento e il capitolo può dirsi chiuso».
Il suo rapporto con Cassano ha subìto un calo dopo questa vicenda?
«Con Antonio ho sempre un ottimo rapporto, ci mancherebbe. Siamo fieri di averlo riportato a giocare in Italia e di aver recuperato un calciatore come lui: credo che se avesse continuato nel Real Madrid o in un’altra grande squadra sarebbe stata la fine come calciatore e come uomo. È anche per questo che voglio bene a Cassano, per me è come un figlio acquisito; è un ragazzo con l’argento vivo addosso, è un impulsivo sia in campo sia fuori e qualche volta mi tocca tirargli le orecchie, proprio come sia fa con un figlio a cui si vuol bene».
È soddisfatto dell’operato di Luigi Del Neri?
«Certo, sono soddisfatto. Credo nell’esperienza di Del Neri, nelle sue capacità e nella sua onestà intellettuale. Io mantengo la piena fiducia nei suoi confronti e la scelta di non far giocare Cassano la rispetto: sul piano delle questioni tecniche non sono così esperto ma se Del Neri ha deciso così gli do il mio pieno appoggio. Se così non fosse, va da sé che il nostro rapporto non avrebbe potuto continuare».
I fischi nei confronti del mister come li ha accolti?
«Credo che i fischi siano il sintomo d’insoddisfazione da parte degli spettatori e che ci possano stare in un campo di calcio come teatro o in qualsiasi altra manifestazione. È un modo civile per esprimere il malcontento, bisogna rispettarlo senza avere reazioni. Domenica, quando lo speaker annunciava le formazioni, io stavo entrando in Tribuna, ma penso fossero fischi di una piccola parte, non certo da parte di tutta la Sud. Sono cose amare ma che possono servire: anche io sono stato fischiato a volte, l’ultima dopo il derby, non mi ha fatto piacere, ma l’ho accettato, così come ha fatto il mister».
Dopo un periodo d’appannamento, ora il Doria è tornato a vincere. Cosa si aspetta dal prosieguo di stagione?
«In questo girone di ritorno siamo partiti bene e sono dell’idea che la Sampdoria possa continuare su questa strada. L’obbiettivo è quello di finire nella parte sinistra della classifica ma, a mio avviso, possiamo mirare più in alto. E non lo dico solo io visto che, pure a detta degli addetti lavori, questa è la miglior rosa che la società abbia messo insieme da quando sono presidente».
A proposito della sua presidenza, cosa risponde alle chiacchiere che la vorrebbero lontano e distaccato dalla sua Sampdoria?
«Non mi sento migliore dei miei colleghi che parlano e appaiono quotidianamente, ma mi sento diverso. È una scelta la mia, una scelta politica che ho messo in pratica in passato anche nelle questioni di Lega d’interesse generale per il mondo del calcio. Ero molto timido da giovane, ma ora credo di sapere parlare ed essere chiaro in ciò che voglio esprimere. Come ho potuto riferire a delegazione di tifosi che è venuta trovarmi, capisco che ci sarebbe interesse a vedere di più il presidente ma nel contempo credo che sia meglio apparire il meno possibile. Il che non significa affatto che non mi stia impegnando nel dare il massimo per la Sampdoria, anzi: lavoro ogni giorno per migliorarla in tutti i suoi aspetti».
Nella foto Pegaso, il presidente della Sampdoria Riccardo Garrone.