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Pozzi, faccia da (auto)schiaffi: «Mi godo il momento»

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Pozzi, faccia da (auto)schiaffi: «Mi godo il momento»

Due gol in tre partite da titolare, il ritrovato bomber romagnolo c’ha preso gusto: «Ho avuto pazienza per cinque mesi, ho lavorato sodo e ora sono davvero felice. L’esultanza di Siena? Pensata nello spogliatoio».

07_pozziC’è chi dice che sia "merito" del team manager Giorgio Ajazzone; altri sostengono che la lampadina si sia accesa a Pietro Accardi. «Mi schiaffeggiavo, nulla di particolare. Si tratta di un’esultanza che avevamo pensato in settimana nello spogliatoio: oh, ora si stanno menando per chiarire chi abbia veramente avuto l’idea…». Bocca aperta, sorriso a tremila denti che nemmeno Julia Roberts e una corsa irrefrenabile sotto lo spicchio di tifosi che hanno colorato di blucerchiato Siena e la curva Santa Caterina. Le dita della mano destra aperta sbattono sulla guancia destra come a dire "non sto sognando, è tutto vero, m’attasto e ghe son!". Il gesto è chiaro, il reale significato un po’ meno. Solo congetture, per ora; ma poco importa. Quel che conta è che Nicola Pozzi, al "Franchi" di Siena, l’abbia buttata di nuovo dentro, per la seconda volta in tre partite da titolare, e che la Sampdoria abbia conquistato il suo terzo successo consecutivo. «Ho aspettato il mio momento, l’ho atteso a lungo – comincia raggiante il numero 9 romagnolo -. Non ho fatto ancora nulla di particolare, sia chiaro, ma non nascondo di essere davvero felice. Per cinque mesi ho lavorato sodo, ho avuto pazienza e ora me lo godo».

E pensare che, non più di tre settimane fa, c’era chi ti etichettava come oggetto misterioso…
«È vero ma non ho alcuna rivincita da prendermi. Nel periodo in cui sono rimasto fuori mi sono impegnato, non ho mai smesso di crederci e sono stato ripagato con queste tre partite positive, in cui ho dato tutto e sono riuscito a trovare la via del gol in due diverse occasioni. Meglio di così…».

Espugnare Siena: una faticaccia?
«Sì, abbiamo sofferto, ma sapevamo che tipo di partita ci attendeva. Siamo stati bravi a metterla subito in discesa e, pur con le unghie, a portare a casa tre punti importantissimi. Siamo in un buon momento, queste tre vittorie di fila ci danno al tempo stesso continuità, carica e fiducia per il prosieguo di stagione e in vista di due sfide affascinanti e difficilissime contro Fiorentina e Inter».

Continuità, carica e fiducia in questo momento sembrano sinonimi di Nicola Pozzi. Ne hai sempre, fino all’ultimo secondo. Come fai?
«L’ho sempre detto e non ho problemi a ripeterlo: non sono un fenomeno ma quando scendo in campo non mollo mai. Anche per noi attaccanti, ieri c’è stato un gran daffare: avevamo il compito di contrastarli in fase di costruzione e di lottare. Ti assicuro che non è stato facile: ho passato una settimana travagliata sotto il punto di vista fisico, non mi sono allenato al meglio per colpa di una botta presa contro l’Atalanta e direi che ieri si sia visto che non ero al top. Penso di non aver fatto una grande prestazione dal punto di vista tecnico ma credo di aver sopperito sul piano dell’impegno e della voglia. Questi, lo posso assicurare, non mancheranno mai».

Speriamo che continuino anche a non mancare i gol. Ci hai preso gusto, eh?
«Sono un attaccante e vivo per il gol. È tutto, è una gioia speciale, la cosa più bella del mondo. Vedere tutta quella gente che esulta, i tuoi compagni felici ti riempie di un qualcosa difficile da descrivere. La rete di ieri è stata voluta. Prima di segnare, c’ero andato vicino in due occasioni: la prima di testa, in avvio, ma Curci è stato bravo e ha messo in angolo; la seconda nella ripresa quando, sempre di testa, ho girato a lato. E alla terza, alla fine, sono stato premiato, andando su una palla che sembrava persa e approfittando di un errore tra lo stesso Curci e Pratali: ci ho creduto, m’è andata bene».

Ti stai confermando bomber da trasferta. Quando prevedi di auto-schiaffeggiarti a Marassi?
«Spero succeda presto, ma non voglio dire niente. Sai, per scaramanzia…».

Nella foto Pegaso, braccia al cielo per Nicola Pozzi, bomber ritrovato.

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