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Torneo Ravano: il nostro richiamo ai veri valori

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Torneo Ravano: il nostro richiamo ai veri valori

L'U.C. Sampdoria intende richiamare l'attenzione in merito ad uno spiacevolissimo episodio avvenuto nella giornata di mercoledì nel contesto del Torneo Ravano Erg.

15_ravano"Anche il calcio sembra un gioco…". Questo è stato per diverse stagioni, le più recenti, il claim ideato per "accompagnare" il Torneo Ravano Erg. Uno slogan felice, azzeccato che ben si sposa con gli obbiettivi e le attese di una fantastica ed inimitabile iniziativa partorita oltre cinque lustri fa da quel grande uomo rispondente al nome di Paolo Mantovani. Questo è, dovrebbe essere e rimane il Ravano, un gioco.

Valori. Un momento di aggregazione, puro divertimento ed espressione di gioia riservato ai nostri bambini. Questo è per molti quasi tutti a ben vedere. La manifestazione interscolastica più importante d'Europa da ben 25 anni non tradisce la sua "mission". Ma è di ieri la notizia di un accadimento certamente rimarcabile e che arriviamo a definire "triste" per quelli che sono i valori che Sampdoria vorrebbe poter continuare a divulgare attraverso il suo autentico "fiore all'occhiello".

L'episodio. Una decisione di un giovane arbitro chiamato a dirigere una sfida tra le bimbe delle scuole "Ball" e "D'Albertis" ha infatti scatenato le ire scriteriate dei genitori delle mini calciatrici della "Ball", condannate nel risultato – a loro modo – da un marchiano errore del direttore di gara. Un errore, certamente evidente, ma di quelli che settimanalmente contraddistinguono ogni partita di calcio. Un moto di rabbia quello dei genitori delle piccole bimbe della scuola primaria di Quezzi senza spiegazione che costringeva addirittura il giovane arbitro a lasciare il Palasport della Fiera di Genova da un'uscita secondaria. Tutto questo ha una definizione sola in un contesto come quello del Torneo Ravano Erg: ASSURDO. Un episodio non da rimarcare, ma da stigmatizzare ad altissima voce, perché né Paolo Mantovani ieri, né la Sampdoria e Riccardo Garrone oggi possono arrivare ad accettare tutto questo. Né ieri, né oggi… né mai.

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