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Il mister ci crede: «Andiamo a prenderci ciò che meritiamo»

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Il mister ci crede: «Andiamo a prenderci ciò che meritiamo»

Gigi Del Neri sprona i suoi e col Livorno non teme cali di tensione: «Sono una squadra di Serie A, non li sottovaluteremo e li affronteremo col giusto carattere. Il terzo posto? Noi la corsa la facciamo sui noi stessi».

30_delneri«Ho sentito parlare troppo di Palermo, di aerei, di voli charter, di pullman. Qui forse si pensa poco al Livorno. Parliamone invece. Una vittoria domenica sarebbe una base fondamentale per andare Palermo in palla, ancora più consapevoli di potercela giocare, quindi guai ad abbassare la guardia». Il discorso è chiaro: tre partite dividono la Sampdoria dai preliminari della Champions League 2010/11. Tre partite da affrontare a mente sgombra, passo dopo passo, senza farne di più lunghi delle gambe. Gigi Del Neri lo sa bene e garantisce anche per i suoi ragazzi. «Non c’è il rischio di sottovalutare il Livorno – comincia il mister blucerchiato in conferenza stampa -; la settimana è corsa via come tutte le altre. Le ultime partite ci hanno dato la consapevolezza di poter fare la partita e di mettere in campo il massimo per poter riuscire a fare i tre punti».

Tre punti cruciali in chiave Champions?

«Intanto un obbiettivo importante lo abbiamo già raggiunto: l’anno prossimo la Sampdoria giocherà di sicuro in Europa e questo è un risultato di grande spessore per quello che sia la squadra sia la società hanno realizzato quest’anno. Abbiamo fatto un bell’exploit, molto intenso. Ma adesso vogliamo andare a prenderne un altro. Non sarà facile perché il Livorno è squadra da non prendere tranquillamente. Vorranno dimostrare di meritare la A. E starà a noi affrontarli col giusto carattere e con la solita voglia di fare bene».

Che squadra pensa di trovarsi di fronte a Marassi?
«I loro giocatori vorranno renderci dura la vita. Non dimentichiamoci che il Livorno è una squadra di Serie A. Hanno dimostrato di poter competere con Inter e Juventus, hanno dato del filo da torcere al Milan a San Siro e hanno persino battuto la Roma in trasferta. Noi, però, domenica avremo il sostegno del nostro pubblico e possiamo di certo sfruttare quest’arma in più».

A livello di squadra quali armi pensa di impiegare?
«Giocherà chi sta meglio, niente turn-over anche perché i diffidati non mi interessano. Mannini e Tissone, ad esempio, stanno bene e lo abbiamo visto domenica sera. A dire il vero stanno bene un po’ tutti e, di sicuro, andrà in campo la migliore formazione. Pozzi? Sta bene, il dottore ha dato il suo benestare e Nicola può venire in panchina».

Il suo collega palermitano Delio Rossi ha dichiarato che quella di domenica a Siena per il Palermo sarà una semifinale; la finale sarà invece tra dieci giorni contro di voi. Concorda?
«Io dico che ogni partita è una finale per il valore che ha in sé. Ma a meno di una nostra vittoria col Livorno e una sconfitta rosanero a Siena, quella del "Barbera" non sarà una finalissima o una partita decisiva. Ci sarà ancora da giocare l’ultima giornata, loro a Bergamo e noi col Napoli. Dipende come andrà domenica, dipenderà dal caldo, dal sole, dalle situazioni. Chi avrà più birra e chi saprà soffrire di più avrà la meglio. L’importante per noi è prendere di petto le partite come abbiamo fatto in questo periodo».

Siete in piena zona-Champions e avete battuto tutte le grandi, eppure i media nazionali sembrano snobbarvi. Che ne pensa?
«Io penso che l’occhio di riguardo dei mezzi di informazione sia quasi esclusivamente per le grandi squadre. Non parlo di disparità, ma di un interesse diverso. La Sampdoria merita grande rispetto perché sta dimostrando di essere competitiva a livello delle grandi.  Qui possiamo contare su idee, programmazione, anche fortuna. Noi, il Palermo, il Genoa, la Fiorentina, il Napoli, siamo tutte squadre con una base solida per costruire qualcosa di importante. Penso che il campionato italiano potrebbe acquisire maggior interesse se si continuasse su questa strada».

E la strada verso il rinnovo? In settimana c’è stato un abbraccio con Garrone che è parso significativo…
«A dire il vero, all’epoca, mi ero abbracciato anche con Zamparini: gli abbracci lasciano il tempo che trovano… Scherzi a parte, c’è una stima logica tra due persone che lavorano per un obbiettivo comune. La stima di tutto l’ambiente e l’ottimo rapporto rimarranno sempre in ogni caso. La situazione è demandata a fine campionato. Siamo tutti proiettati verso il campo piuttosto che al futuro. Abbiamo 60 punti, quasi un record per questa società: ora si aspetta un attimo per vedere di mettere una bella ciliegina sulla già fantastica stagione. E se due componenti raggiungono un risultato importante difficilmente si staccano».

La ciliegina potrebbe anche essere il terzo posto?
«Dipende dal Milan. E anche da noi. La Samp è stata forte per aver fatto la corsa soltanto su sé stessa. La nostra forza è stata credere in quello che si fa, non avere stress, lavorare con energia e questo lo faremo anche in queste ultime tre partite. Si farà di tutto per prendere quello che pensiamo di meritarci: come si dice ama dire in questo momento butteremo il sangue sul campo».

Quando ha capito che eravate davvero così forti e di poter davvero giocarvi la Champions?
«Dopo la vittoria sul Milan. Abbiamo mantenuto bene il campo, siamo stati equilibrati e volenterosi: da lì mi sono convinto. Poi la partita di Roma me l’ha confermato e ha detto questo, ha detto che possiamo giocare alla pari con tutti. Polemiche a parte, rigori o non rigori, all’"Olimpico" loro hanno sbagliato gol, noi no. Da lì ripartiamo e da lì ce la giochiamo fino in fondo».

Nella foto Pegaso, mister Del Neri osserva e dà indicazioni dalla panchina del "Mugnaini".

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