Fulvio Pea spinge la Primavera: «Samp, puoi vincere»
L'ex tecnico blucerchiato, che in due stagioni alla guida della Primavera doriana ha fatto incetta di trofei, fa le carte alla Final Eight e spiega: «L’esperienza sarà una componente decisiva».
Alla Sampdoria Fulvio Pea da Casalpusterlengo era arrivato ad inizio estate del 2007, reduce da un’esperienza in Serie C sulla panchina della Lucchese e con alle spalle un bagaglio personale costruito nei settori giovanili di Fanfulla, Alcione Milano e Inter. Con entusiasmo aveva iniziato a lavorare fianco a fianco con i dirigenti blucerchiati, costruendo in sole due stagioni un mezzo miracolo: Scudetto e Coppa Italia centrate al primo anno, Supercoppa e Coppa Carnevale sfuggita soltanto in finale nella seconda stagione. La scorsa estate poi la corte dell’Inter, per riportarlo alla casa madre, sulla panchina della Primavera nerazzurra. «Lasciare Genova non è stato affatto facile – rivela Fulvio Pea, sincero e diretto come abbiamo imparato a conoscerlo nei due anni trascorsi in blucerchiato -. Quando si lavora per la Sampdoria è quasi impossibile non innamorarsi di questi colori, che sono destinati a rimanerti per sempre dentro. Dei miei due anni alla guida della Primavera doriana ho ricordi splendidi: c’era un gruppo straordinario e ci siamo tolti molte soddisfazioni. Il primo pensiero va al presidente Garrone, un dirigente come ne sono rimasti pochi nel mondo del calcio».
Martedì 1° giugno inizia la Final Eight che vedrà impegnata anche la Primavera blucerchiata: come si affronta un impegno concentrato in così pochi giorni?
«La fase finale si gioca nel giro di una settimana: saranno tre gare secche, senza possibilità di errore. Sarà dunque fondamentale farsi trovare pronti non solo dal punto di vista fisico, ma anche sotto l’aspetto mentale. Servirà recuperare in fretta le energie psicofisiche tra un incontro e l’altro, cercando di mantenere sempre alta la concentrazione, cercando di riproporre in campo i movimenti migliori, quelli che hanno dato buoni frutti nell’arco della stagione».
I ragazzi di Alfredo Aglietti possono bissare il successo del 2008?
«L’esperienza mi ha insegnato che questo tipo di competizioni vanno affrontate con un gruppo vecchio. Vecchio nel senso di gente al limite d’età consentito per partecipare al campionato Primavera, che poi è l’ultimo step del settore giovanile prima del salto nelle formazioni maggiori. La Sampdoria da questo punto di vista è avvantaggiata, perché ha una rosa esperta e di valore: non li conosco molto, perché rispetto alla rosa che avevo io lo scorso anno sono arrivati diversi giocatori nuovi, tuttavia credo che i blucerchiati hanno tutte le carte in regola per arrivare fino in fondo».
Il primo ostacolo si chiama Milan: una squadra che lei conosce bene. Cosa ci può dire sui prossimi avversari della nostra Primavera?
«La formazione allenata da Giovanni Stroppa è una buona squadra, hanno vinto la Coppa Italia superando il Palermo in finale e questa la dice lunga sul valore del Milan. Tuttavia, per quello che ho avuto modo di vedere nel corso della regualar season, i rossoneri si basano molto sulle individualità: Donnarumma, Strasser, Hottor, Beretta sono i pezzi da novanta del Milan e dal loro rendimento dipenderà molto di quello che i rossoneri riusciranno a fare in questa fase finale. Detto questo, al contrario della Samp, Stroppa ha a disposizione un rosa molto giovane e questo potrebbe pesare sul risultato finale».
Brescia, Chievo, Genoa, Empoli, Lazio, e Palermo sono le squadre che faranno compagnia a Sampdoria e Milan. Quali sono le formazioni più temibili?
«Se sono arrivate alla fase finale, vuol dire che sono tutte formazioni con dei valori. Penso che il Palermo, campione in carica, per esperienza e valore del collettivo sia da considerare, insime alla Sampdoria, la favorita di questa Final Eight. Il Brescia è una squadra che ho avuto modo di vedere nel corso del girone e ha le carte in regola per poter far bene. L’Empoli ci ha eliminato negli ottavi: i toscani sono una squadra composta per gran parte da elementi nati nel 1991 e che da quattro anni a questa parte hanno vinto molto, finalisti al Torneo di Viareggio, quindi una formazione da non sottovalutare».
La Sampdoria continua a puntare sul settore giovanile. L'inserimento di Poli in prima squadra è il primo frutto di una semina iniziata anni fa. Se lo aspettava?
«Sembra facile dirlo adesso, ma non avevo dubbi. Poli è un ragazzo dal talento straordinario, molto più maturo della sua età e con la testa giusta per fare il professionista. Oltre a lui, non dimenticherei Guido Marilungo, che ha contribuito in maniera straordinaria alla promozione in Serie A del Lecce, Vincenzo Fiorillo, Vladimir Koman, Jonathan Rossini e Gianluigi Bianco. Sicuramente dimentico qualcuno, ma la Sampdoria negli anni ha fatto un lavoro straordinario con i giovani e ora inizierà a raccogliere i frutti che merita: una società straordinaria a cui auguro le migliori fortune».
Nella foto Pegaso, Fulvio Pea ai tempi in cui guidava la Primavera blucerchiata.