Mihajlovic: «Abbiamo dimostrato a noi stessi e agli altri che cosa sappiamo fare»
«La partita con il
Catania è stata più difficile di quelle contro Inter e Lazio, che
sono grandi squadre e ti lasciano spazi per giocare. In gare come
questa devi avere più pazienza e far girare la palla, e sbloccarla
con un episodio, proprio come è successo oggi».
Il campionato italiano è complicato perché è difficile giocare
contro chiunque, e Sinisa Mihajlovic sa bene quante insidie, quante
trappole, nascondono questo tipo di match, così importanti per le
dinamiche in zona-salvezza. «Nel
primo tempo siamo andati così così, nel secondo un po' meglio –
racconta il tecnico in sala stampa -. Eravamo un po' lunghi, ma
non abbiamo mai realmente rischiato. Se poi si guardano i dati dei tiri
in porta e del possesso palla non c'è stata partita. E quindi devo
dire bravi ai miei ragazzi, il merito è loro».
Coraggio. «Nella prima
frazione abbiamo fatto poco pressing alto – continua il mister nella
sua analisi -. Quando perdevamo palla, scappavamo indietro
invece che attaccare. Nella seconda siamo stati più cattivi e più
coraggiosi e siamo riusciti a recuperare più palloni. È
una cosa che abbiamo notato subito in panchina e ne abbiamo poi
parlato negli spogliatoi».
Catania.
Da ex qual è, Mihajlovic spende qualche parola anche per i
rossazzurri, che ha avuto modo di allenare nella stagione 2009/10:
«Sono
dispiaciuto per il Catania, ma credo che si salveranno, come noi. O
almeno lo spero. Si tratta di un'ottima squadra, ad organico pieno, e
quando recupererà tutti gli infortunati e gli squalificati sarà più
forte di molte altre: è per questo che credo che si salverà. Maxi
López?
Ci siamo detti due cose perché non ci siamo più visti. Sono molto
legato a quel ragazzo: gli ho augurato di trovare spazio con più
costanza, mentre lui mi ha fatto gli auguri per il mio ritorno in
Italia».
Umili.
«Chi retrocede? Non sono problemi nostri – dice a bruciapelo
l'uomo di Vukovar -. Il campionato e la strada sono lunghi, comunque.
Noi dobbiamo rimanere umili malgrado i quattro risultati utili
consecutivi: dobbiamo essere umili e lavorare, bastano un paio di
sconfitte per complicare tutto. Abbiamo dimostrato a noi stessi e
agli altri che cosa sappiamo fare, si può perdere, ma l'importante è
avere la coscienza pulita e dare il massimo».
Correttivi. Con l'entrata di Krsticic si è cambiato
modulo, gli fanno notare i cronisti, ma l'ex c.t. della Serbia
chiarisce la mossa tattica: «Krsticic
è entrato per fare il trequartista nel 4-2-3-1, poi ci siamo
corretti con il 4-3-3 perché Castro ci dava fastidio. Ma dopo
abbiamo riportato le cose a posto, d'altronde è normale apportare
dei correttivi in corsa. Riguardo a Nenad, ma il discorso vale
anche per Regini, lo spirito giusto per un allenatore è quello di
vedere anche quelli che giocano poco entrare e darti la sicurezza. E
loro sono apparsi subito in palla».
Differenza.
«Vediamo come stanno quelli che hanno qualche acciacco –
chiude Mihajlovic in commento alle condizioni di Costa e Obiang -.
Martedì faranno gli esami, poi mercoledì si riprenderà. Ai ragazzi
ho lasciato un altro giorno libero, se lo sono meritati. Comunque se
non ci sarà Andrea, ci sarà un altro, se non ci sarà Pedro,
ci sarà un altro. I ragazzi mi hanno dimostrato che chiunque metta
in campo non si accusa la differenza».