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Mihajlovic, passione e convinzione: «Sarebbe importante dare continuità

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Mihajlovic, passione e convinzione: «Sarebbe importante dare continuità

Lo
hanno detto e scritto un po' tutti: la cura Mihajlovic funziona.
Quattro partite, due pareggi e due vittorie, otto gol fatti e tre
subiti. E miglioramenti a vista d'occhio. Sinisa non si monta la
testa e giustifica con il lavoro il momento positivo della sua
Sampdoria. «Nessuno ha la bacchetta magica e i miracoli non li possiamo fare – attacca il blucerchiato in conferenza
stampa -. Ogni allenatore cerca di dare il massimo e prova a
trasmettere ai giocatori il proprio modo di intendere il calcio.
Bisogna convincerli che lavorando in una certa maniera si possono
ottenere quei risultati che prima non arrivavano. Il merito va però
a coloro che scendono in campo».

Margine.
Domani pomeriggio coloro che scendono in campo saranno di scena al "Bentegodi" di Verona, altro scontro diretto dall'indiscutibile
valore. «Sarebbe importante dare continuità – spiega il mister -,
una vittoria con il Chievo rappresenterebbe un grande passo in avanti
anche per la classifica, lasciando ancora più margine con la
terzultima. Noi però dobbiamo pensare sempre partita per partita,
ripetendo le prestazioni che abbiamo fatto nelle ultime quattro. Io
da allenatore guardo la prestazione, è quella che ti dà fiducia per
il futuro, se poi arrivano anche i risultati è ancora più
importante».

Convinzione.
«Il Chievo non subisce gol da cinque partite, ma noi non ci
preoccupiamo di quello che loro non hanno subito – prosegue -. Come
ogni squadra ha alcuni punti deboli e noi dovremo giocare con la
nostra solita convinzione. Nelle gare che abbiamo affrontato, con la
Lazio e con l'Inter oltre che con il Catania, abbiamo concesso molto
poco e creato tanto, anche se si trattava di avversari più forti di
noi. Di sicuro andremo a Verona a fare la nostra partita, cercando di
sfruttare tutte le occasioni che ci capiteranno».

Passione.
Convinzione e non solo. Mihajlovic conosce le corde da toccare con i
propri interlocutori: «Un allenatore deve trasmettere innanzitutto
la passione per questo lavoro, ma deve anche essere convinto in prima
persona di quello che dice. È questo l'elemento fondamentale per
fare recepire ai ragazzi le proprie idee. Ho avuto un grande tecnico
come Eriksson, e alla Lazio, un anno prima di vincere lo Scudetto,
lui ha cominciato a dirci che eravamo forti. Alla fine ci siamo
convinti anche noi e abbiamo vinto. Durante gli allenamenti bisogna
essere concentrati e correggere chi non presta abbastanza attenzione».

Disponibilità.
«Sicuramente
la rosa andrà sfoltita – divaga il serbo stuzzicato sul
calciomercato -, non è facile lavorare con trenta giocatori,
soprattutto perché si rischia di lasciare qualcuno indietro. Il
gruppo può essere sempre migliorato, ma ho trovato dal primo giorno
la massima disponibilità dei ragazzi e il nostro obiettivo resta
comunque la salvezza».

Formazione.
Infine, immancabile, il capitolo sulle possibili defezioni e suoi
dubbi di formazione. «Obiang ha saltato pochi allenamenti,
mentre Costa e Pozzi si sono allenati pochissimo in settimana: è
difficile riuscire a recuperarli, ma ho piena fiducia in chi subentra
in sostituzione dei titolari – conclude Sinisa -. Come
prima punta abbiamo inoltre diverse soluzioni, abbiamo Eder, Gabbiadini e
Petagna: sono sicuro che chiunque scenderà in campo darà il massimo
per la Samp».

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