Mihajlovic pensa a Boskov e guarda avanti: «La Samp deve essere ambiziosa»
«Boskov
per me era come un padre ed è difficile quando perdi una persona che
ti è tanto cara. Però la vita è così: speri sempre arrivi più in
là possibile ma la morte è l'unica cosa certa. Dispiace moltissimo
ma si va avanti».
Non poteva che cominciare nel nome e nel ricordo di Vujadin Boskov la
conferenza stampa di Sinisa Mihajlovic. «Ci
sono tanti aneddoti su di lui e sue frasi che vengono ricordate in
questi giorni – continua il mister blucerchiato da Bogliasco -. Sul
momento potevano sembrare banali, ma erano sempre pensieri mirati e
dimostravano un'intelligenza superiore».
Temporale.
Poi si torna all'attualità. «Ieri non siamo riusciti ad allenarci
per via del temporale – dice -, è la prima volta che accade e nel
resto della settimana i ragazzi hanno lavorato bene. Anche Genova non
è più quella di una volta, oggi piove molto di più. Ma dato che
non giochiamo in un palazzetto coperto, dobbiamo abituarci a tutte le
condizioni».
Cassano.
Affrontare il Parma significa ritrovare Antonio Cassano, molto vicino
al ritorno – si disse e si scrisse – lo scorso gennaio. Mihajlovic la
vede così: «Sono passati alcuni mesi, non ricordo bene le
situazioni. E a me non piace parlare di chi non ho a disposizione.
Sicuramente Cassano è un grande giocatore, non si discute, in
qualsiasi squadra può fare la differenza, ma a me non risulta tutto
questo interesse da parte nostra verso di lui, erano più fantasie
dei media. Non c'è mai stato il forte interesse scritto sui
giornali, ma se fosse arrivato sarebbe stato alla pari di tutti gli
altri».
Storia.
«Parma e
Verona hanno fatto bene – risponde il serbo a chi gli chiede se
ducali e scaligeri possano essere presi a modello dai blucerchiati -. Con
tutto il rispetto però, penso che la Sampdoria, per storia e tradizione, si trovi un gradino più in su. La Samp
deve essere ambiziosa e giocarsi
qualcosa di più che la salvezza. Ci manca la vittoria contro un
grande? È vero, non
siamo riusciti a battere una big, però abbiamo battuto formazioni
attrezzate come il Torino. Tante squadre non hanno battuto le big,
anche l'Inter ad esempio, può succedere in un campionato».
Carattere.
In un campionato possono starci momenti di difficoltà. «È
normale
avere una flessione – spiega il mister -, ma delle nostre tre
sconfitte una è arrivata a Roma con la Lazio, una contro l'Inter con
un uomo in meno e l'altra a Catania con tante assenze. Con il Chievo,
invece, meritavamo di vincere e i ragazzi sono stati bravi a
rimontare nonostante l'inferiorità numerica.
Troppi rossi a nostro danno? Liedholm
diceva che a calcio si gioca meglio in dieci che in undici. Queste
espulsioni rispecchiano un po' il carattere mio e dei ragazzi. Ci
sta, il calcio è uno sport maschio, anche se a volte le espulsioni
sono state causate da nostre leggerezze».