Mihajlovic: «Sarebbe giusto dare una gioia ai ragazzi che vengono allo stadio»
«Ci
sono partite che giochi per te stesso e partite che giochi per
l'allenatore. Ci sono anche partite che giochi per i tifosi e, in
quella di domani, sarebbe giusto dare una gioia ai ragazzi che
vengono allo stadio. Noi siamo dei privilegiati a fare questo lavoro,
ma sappiamo che c'è gente semplice, che magari fa sacrifici per
venire allo stadio; gente che gioisce e soffre per la Samp».
È per loro che Sinisa Mihajlovic vorrebbe battere il Napoli e
sfatare il tabù che vede i blucerchiati mai vittoriosi contro
formazioni di nobile lignaggio. Sarà la volta buona?
Big.
«Speravo di non dover rispondere alla domanda – attacca il mister in
conferenza stampa -, perché finora non ha portato bene. Quali sono
le vere big? Juventus, Milan, Napoli, Fiorentina, Roma, Lazio, Inter.
Diciamo che sono queste. Poi però bisogna vedere la classifica e ad
esempio abbiamo vinto con squadre che erano sopra di noi come Verona
e Torino. Se possiamo tornare grandi? Dipende da cosa si vuole fare e
da quanto si vuole investire. Tutto il calcio europeo, a parte poche
squadre, sta vivendo una crisi e bisogna anche adattarsi a questo».
Scudetto.
«Avete la memoria corta a chiedere cosa è mancato per puntare più
in alto – risponde il serbo a chi gli parla di obiettivi sfumati -.
Quando sono arrivato c'era tutto l'ambiente aveva poca fiducia, poi
siamo passati ad averne tanta da pensare all'Europa League.
Alla fine ci siamo salvati con molte giornate di anticipo, situazione
che implica il dispendio di molte energie fisiche e mentali. Ma
pensando a dove siamo partiti, direi che il nostro Scudetto lo
abbiamo vinto».
Salto.
Come in ogni appuntamento bogliaschino si apre il capitolo sul
domani. Primo aspetto da valutare cosa manca al Doria per fare il
cosiddetto salto di qualità. «Quello lo sanno i dirigenti e lo
sapranno ancora meglio quando ci incontreremo. Dovremo anche vedere
come si svolgerà il mercato, chi partirà e chi arriverà. Io
sicuramente, come allenatore, ho una certa mentalità e i ragazzi lo
sanno».
Futuro.
«Se non fossi stato felice alla Samp non avrei mai accettato –
prosegue Sinisa -. Sono felice di fare questo lavoro, a maggior
ragione in una squadra in cui ho giocato. Il futuro? Sicurezze
non se ne possono dare, però bisogna avere fiducia reciproca. Tutti
lavorano per fare bene: si lavorerà insieme e poi si vedrà. Le
garanzie non le può dare nessuno, se non squadre come il Manchester
City o il Monaco, che hanno la possibilità di spendere».
Festa.
«Il calcio dev'essere una festa come è stata a Parma – spiega
Mihajlovic riguardo ai fatti della finale di TIM Cup -. I tifosi
della Samp e del Parma erano insieme e non ci sono stati problemi:
questo è ciò che dovrebbe succedere sempre ma che qui purtroppo non
avviene. La finale è stato un brutto episodio per l'Italia e per il
calcio in generale. Non è un caso che sempre meno giocatori vogliano
venire a giocare in Italia».
«Dubbi di formazione? Due – conclude in modo abbastanza esplicito -.
In attacco tra due mancini che giocano larghi e a centrocampo tra un
mio connazionale e un brasiliano».