Silvestre: «Alla Samp per dimostrare chi sono»
La prassi vuole che un calciatore prima di scendere in campo si presenti. È un fatto di etichetta. Ogni tanto però la ragion di stato prende il sopravvento, e si finisce nella mischia ancora prima di aver stretto la mano a pubblico e media. Come nel caso di Matías Silvestre, entrato a gara in corso nella prima giornata di Serie A e solo oggi catapultato in sala stampa. «Sono molto contento di essere alla Sampdoria – attacca il centrale argentino di fronte ai giornalisti -, questa è una società dal grande blasone, un grande club in cui sono passati grandi campioni come Mancini e Vialli, Seedorf e pure lo stesso Mihajlovic. E anche tanti argentini, come Veron, che spero di imitare, lasciando il segno».
Fattore. «Mi hanno cercato in molti – rivela l'albiceleste ai cronisti
-, ma la Samp è la società che mi ha voluto di più. Ci siamo voluti a vicenda e per questo
ringrazio il presidente Massimo Ferrero e il direttore sportivo Carlo
Osti, oltre al mio procuratore, che hanno permesso che arrivassi qui». Ad
incentivare la trattativa, poi, c'è stata anche la presenza di un certo
Sinisa Mihajlovic. «Con il mister ho già lavorato ai tempi di Catania –
racconta -, dove abbiamo fatto una stagione straordinaria: è stato un
fattore in più per fare sì che venissi al Doria. Stiamo parlando di un
allenatore preparato, che sa caricare alla grande i giocatori, e studia
alla perfezione le partite».
Condizione. Come detto, in campo sin
da subito. «L'impatto con la Samp è stato positivo – rivela Silvestre -.
Mi piace parlare della squadra come complesso e andare a pareggiare a
Palermo, con un uomo in meno, non è cosa da poco. A livello personale mi
sento in forma: la mia condizione è ottima. Certo, manca ancora un po'
il ritmo di gioco, dato che nel pre-campionato con l'Inter ho messo pochi minuti
nelle gambe».
Sinistra. «Il derby? Me ne hanno parlato subito –
spiega il numero 26 ai microfoni -, qui conta davvero molto. Per questo
vogliamo dare una soddisfazione ai tifosi: è importante fare bene in una
partita simile». La stracittadina conta, eccome se conta, ma l'ex nerazzurro non si
ferma solo all'analisi del doppio confronto cittadino: «Il nostro obiettivo è
quello di migliorare quanto fatto lo scorso anno. Cercheremo di stupire
e di ottenere un posto fisso nella parte sinistra della classifica».
Voglia.
«Cosa mi è mancato negli ultimi anni? La continuità – ammette
lucidamente il ventinovenne di Buenos Aires -, perché non sono riuscito a giocare
molto. Gli infortuni non mi hanno dato una mano, ma ora sono qui per
dimostrare chi sono. Ho tanta voglia di rimettermi in gioco».