Mihajlovic studia il Chievo: «Ci vorrà
Per aprire un'ostrica ci vuole un coltello da ostriche. E per aprire il ChievoVerona ci vuole pazienza, oltreché precisione. Sinisa Mihajlovic ha le idee abbastanza chiare sulle insidie che la gara infrasettimanale di Marassi nasconde: «Ogni partita in A è difficile, e questa non fa eccezione. Loro hanno un ottimo attaccante, ma noi siamo più forti e giochiamo in casa. Per questo mi aspetto una grande prestazione. Dovremo essere bravi e pazientare l'occasione giusta per colpire: loro saranno chiusi e giocheranno in contropiede».
Sereno. Annotati i pensieri su come aprire il guscio dei veronesi, qualcuno in conferenza stampa domanda del derby, ma l'allenatore serbo scaccia i grattacapi sulla stracittadina come una mosca fastidiosa: «Ora penso al Chievo. Ma sono sereno, sia per domani sia per domenica. Ho una rosa larga, e un gruppo di ragazzi intelligenti: sono sicuro che chi andrà in campo farà il suo dovere. Chi giocherà? Di mezzo oggi c'è un allenamento, e domani un altro ancora, per cui non so ancora chi giocherà. Bisogna anche valutare le condizioni di quelli che sono scesi in campo con il Sassuolo. Comunque sia, non esiste una Sampdoria uno e una Sampdoria due: qui sono tutti titolari; solo che ne posso mettere in campo solo undici alla volta».
Rivalsa. A proposito di bomber. «Maxi López è molto apprezzato a Genova – dice Sinisa -, per cui non credo che venga a Marassi con voglia di rivalsa; ma piuttosto che abbia il desiderio di fare bene in quanto professionista e attaccante del Chievo. Bergessio? Potrebbe essere la sua ora, oppure no. Questa gara gara può essere quella di tutti, anche di chi ha giocato meno».
Migliorie. «Domani bisognerà giocare sugli standard da Sampdoria – commenta l'allenatore blucerchiato di fronte ai media -, perché puoi anche perdere, ma non devi scendere sotto un certo livello, altrimenti la gente si scorda di quanto fatto in precedenza. Se ho rimpianti per quanto successo a Sassuolo? Direi di no, se andiamo a vedere, anche a Palermo avremmo potuto combinar di più. Ma ogni volta che non vinci puoi alzare l'asticella, e talvolta anche quando vinci».
Programmazione. «Non mi spaventa lavorare solo un giorno e mezzo sulla preparazione alla partita – dice in risposta ai cronisti -, perché noi lavoriamo principalmente su noi stessi: studiamo dove possiamo fare male ad una squadra, e non dove loro possono fare male a noi. L'obiettivo è imporre sempre il nostro gioco». L'ultima battuta del mister è riservata a Lulic, talento croato classe '96, appena messo sotto contratto dalla società: «Un club come la Samp deve avere quindici o sedici giocatori della prima squadra, poi dei Primavera e ancora dei giovani presi in giro per l'Europa. Lulic è di quest'ultima categoria, è una mezzala di qualità. Inizierà con Chiesa, poi ci sarà modo di vederlo anche con noi. Questa è la programmazione di cui una società come la nostra ha bisogno».