Ferrero da Fazio: «Sono sampdoriano nelle viscere. L’Atalanta? Non abbiamo paura»
Che
tempo che fa? Il cielo è sempre più blu, cerchiato di blu. E qui la
meteorologia c'entra poco. C'entra la sampdorianità di Fabio Fazio;
c'entra la verve del presidente Massimo Ferrero. Un fiume in piena,
come al suo solito, anche in diretta sul talk show di punta di Rai 3.
Derby. Sulle note di Doria
olé, le prime battute dell'ospite d'onore di Che tempo che fa di questo sabato sera non potevano che vertere sul derby vinto sei giorni fa. «Un
successo meritatissimo – esordisce Ferrero -. L'anno scorso io non
c'ero, non c'era nemmeno Sinisa e ci hanno fatto tre gol. Visto che i
debiti li pago sempre, ho restituito il debito».
Inno.
«A Genova mi trovo benissimo, vivo lì tre-quattro giorni a
settimana – continua il numero uno blucerchiato incalzato da Fazio,
nella doppia veste di conduttore-tifoso -. All'inizio mi hanno
criticato perché ho detto che l'inno fa schifo. In realtà io vorrei
solo migliorarlo, è un po' antico, siamo rimasti agli anni 60. Io
voglio cambiare le cose: ho tre, quattro canzoni in testa. Gli
Ultras, i Fedelissimi, la Gradinata sceglieranno in rete l'inno più
bello. Dobbiamo cambiare, dobbiamo esportare la Sampdoria».
Viscere. Dopo i complimenti a Fazio e al suo compagno di viaggio, il giornalista e scrittore Massimo Gramellini («Siamo
orgogliosi di avere un grande tifoso come lei. Io
e Sinisa siamo la coppia più bella del mondo 1, voi siete la coppia
più bella del mondo 2»), si passa al campo e ai trascorsi giallorossi del presidente. «Io
sono nato a Testaccio, il quartiere dove è nata la Roma – ammette Ferrero in vista della sfida alla squadra di Garcia -. I romani e
i romanisti mi dovranno perdonare. Ma io sono sampdoriano nelle
viscere e quindi, se Dio mi aiuterà, faremo 4-3 per noi. Noi chi?
Noi Sampdoria».
Senza paura. A Samp-Roma, però, c'è ancora tempo; adesso il calendario dice Atalanta .«L'Atalanta
è una grande squadra ma noi non abbiamo paura e vogliamo i tre punti», conclude Ferrero prima di salutare e di donare a Fazio una maglia blucerchiata numero 10, quella dei fuoriclasse.