Ferrero al ‘Processo’: «Terzo posto? Voglio arrivare lassù»
Sampdoria terza, derby vinto, fedina delle sconfitte pulita pulita. «Siamo alla sesta giornata – dice ad inizio intervista il presidente Massimo Ferrero, ospite de 'Il Processo del Lunedì', trasmissione in prime time di Rai Sport 1 – , per cui ci andrei cauto: ora pensiamo al Cagliari. Se ci avrei creduto al terzo posto se me lo avessero detto a giugno? Non so, ma so che voglio arrivarci, lassù». E come? «Con Mihajlovic è stato amore a prima vista – racconta -. Lui lo scorso anno ha salvato la Samp, e ora pensiamo in grande. Abbiamo valutato cosa non andava lo scorso anno e lo abbiamo migliorato. Ho comprato 13 giocatori per rinforzare la squadra, che non ha nulla da invidiare a nessuno».
Una. «Pensavo che nel calcio si lavorasse poco – fa mea culpa Ferrero in tv -, ma
invece si lavora moltissimo. Da quando sono arrivato, ho fatto 'ditta
Berardi': sveglia presto e dormire tardi. Ma va bene così, mi piace la
mia vita e mi piacciono moltissimo i nostri tifosi: sono sensibili, ci
credono. Il bello di questa città è che c'è la Samp, e c'è un'altra
squadra. Anche se per me ne esiste una sola».
Decreto. Qualche somiglianza
con De Laurentiis c'è o no, chiede il conduttore Varriale. «No, non farei questo
paragone – replica il numero uno doriano -, lui ha un certo aplomb, io invece sono un
presidente operaio». Poi si passa alla questione sul decreto legge sugli
stadi, al varo del Parlamento in questi giorni e al centro del
dibattito politico. «Io penso che si debba fare molta attenzione
riguardo a queste manifestazioni – dice il presidente calandosi nello
spinoso argomento -. Bisogna che si parli di sanzioni e leggi, più che di
soldi: queste servono. Noi paghiamo li steward e questo già dovrebbe
bastare, perché non vorrei che il calcio si ritrovasse a colmare buchi
altrui».
Serrate. «L'azienda del pallone – continua – paga oltre un
miliardo di euro di tasse. Il calcio paga, eccome. La Lega fa un lavoro
molto importante in questo senso: ci fa versare sino all'ultimo
centesimo. Se tutti in Italia facessero così, risolveremmo un sacco di
problemi. Fare serrate? Roba anni '70. C'è solo un misunderstanding di
fondo: lo Stato dice che il servizio non lo deve pagare il cittadino, ma
se le società dovessero accollarsi il costo delle forze dell'ordine,
alzerebbero il prezzo del biglietto, per cui…».
Gestione. «Non facciamo la
fine del cinema – prosegue Ferrero nel suo appello
-, ma valorizziamo questo sport. Iniziamo da stadi, sanzioni e
sicurezza: fateci gestire gli impianti». O costruire. «Lo stadio a mare?
Sì, mi piacerebbe – ammette -, quello della Fiera è uno spazio
meraviglioso. Qui però non si muove nulla. Se non me lo vogliono far
fare, che diano la gestione del "Ferraris" alle due squadre di Genova».
Nazionale. «Conte lo saluto e lo apprezzo – attacca, passando ai temi della Nazionale -, ma da noi non è venuto. Forse perché sarebbe rimasto sorpreso. Si sarebbe rimproverato di non esser venuto prima a Bogliasco, dato che abbiamo tanti calciatori meritevoli di chiamata in azzurro e attenzioni». Poi il presidente blucerchiato dice la sua su Tavecchio: «Dopo la sua uscita mi sono subito dissociato: sono stato il primo ad uscire con un comunicato».
Veggente. Fortuna, quadrifogli e… corna. «Quando c'era la punizione al limite – racconta il patron -, ho guardato la foto di mia moglie, Manuela, e quella di mio figlio Rocco e ho fatto gli scongiuri: "Rocco, aiutami", ho pensato. Sapete, la mia compagna è un po' una veggente: la amo moltissimo. I siparietti con la D'Amico? Mia moglie non si offende, sa che scherzo. E anche la D'Amico stia serena, non si preoccupi. La vita va sdrammatizzata».
Sangue. Dopo la sosta, il Cagliari e poi la Roma. «Spero che i tifosi romanisti non me ne vogliano – dice Ferrero ormai da ex fan della Lupa -, ma mi piacerebbe essere un punto sopra e non sotto. Il mio timore prima di intraprendere questa avventura era quello di incrociare la Roma. Ma ora sono un tifoso sampdoriano, mi scorre sangue blucerchiato nelle vene. Pronostico? 4-3 di Ferrero, contro Totti e contro tutti. Questo è ciò che mi aspetto».