Mihajlovic: «Vincere a Cagliari per regalare un sorriso a Genova»
Non c'è Cagliari che tenga. Benché alla vigilia di una gara importante come quella del "Sant'Elia", il primo pensiero di Sinisa Mihajlovic va all'alluvione. «Vorrei
parlare di cose molto più importanti del calcio – attacca il mister in conferenza a Bogliasco -. Ci sono momenti in
cui una partita sembra qualcosa di poco difficile da affrontare
rispetto ai veri drammi della vita come quelli successi a Genova la
scorsa settimana. Io mi sento un po' genovese e mi ha fatto male
vedere la gente in quelle condizioni. Avevo intenzione di portare la
squadra a spalare acqua e fango in città ma la cosa avrebbe creato
soltanto confusione e distrazione, saremmo diventati noi notizia e
non sarebbe stato positivo. Le facce da inquadrare non erano le
nostre ma quelle delle persone che avevano bisogno di aiuto».
Sorriso. «Aiuteremo le persone danneggiate in due modi – continua Mihajlovic -. Primo: abbiamo
iniziato a raccogliere fondi nello spogliatoio e giocheremo a Cagliari indossando le
maglie con lo slogan Noi per Genova: e tu? per sensibilizzare. Secondo: continueremo a fare il
nostro lavoro, con onestà, per fare tornare per un
sorriso sulla bocca ai nostri tifosi, per regalare loro un momento di serenità. Sono convinto che se amministratori, politici,
magistrati e ognuno di noi avesse fatto il proprio lavoro per bene, avremmo
potuto evitare tragedie come questa».
Continuare. Poi, inevitabilmente, si passa al campo. «A
Cagliari finisce il primo ciclo di partite di questo avvio di
stagione – spiega -. Sono state partite alla nostra portata, il bilancio è
positivo per prestazioni e risultati. Siamo terzi con la miglior difesa del campionato con la Juve: se
qualcuno avesse detto che saremmo stati a un punto dalla Roma, avrebbe pensato ai giallorossi in crisi.
Non è così, siamo noi che stiamo facendo bene. E vogliamo continuare a Cagliari».
Maestro. «Come noi, Zeman gioca
sempre per vincere – sostiene il serbo -, è difficile pareggiare con lui. O perde o vince,
quindi ci rimane un solo risultato.
Stanno bene, ci attaccheranno ma
lasceranno molti spazi, conoscendo Zeman so che non si fermeranno un
istante ma noi dobbiamo restare lucidi perché qualcuno diceva: non
importa quanto corri ma dove corri e perché corri. Quel qualcuno si
chiama Zeman: è il mio omaggio a questo maestro del gioco offensivo, una
persona onesta e coraggiosa a cui il calcio deve molto. Ci siamo conosciuti fuori dai campi di
calcio e sarà un onore riuscire a salutarlo per la prima volta sul campo. Gli lancio una
scommessa: chi perde paga la cena a Roma».
Invito. Dal boemo l'argomento vira su un altro allenatore. «Nonostante i problemi, ci siamo allenati bene – rivela l'uomo di Vukovar -. Per tale motivo ci tengo a ringraziare Conte che ci ha permesso di lavorare con tutti a disposizione visto che ha deciso di non convocare nessuno
della squadra terza in classifica. Detto questo lo invito a venire a vedere noi perché sono convinto che alcuni
giocatori gli possono fare comodo. Spero che domani quegli stessi
giocatori non mi smentiscano. Le
partite dopo le soste sono sempre un'incognita però sono convinto che andrà nel modo giusto».
Grandi. Infine uno sguardo al calendario. «Roma,
Inter, Fiorentina, Milan e Napoli sono squadre più attrezzate di noi
ma non è detto che vinceranno. Due partite fa abbiamo detto che
volevamo fare 9 punti in questo mini-ciclo, ne abbiamo fatti 6 e ce ne
manca una. Vogliamo arrivare più sereni possibili alla prossima serie di gare: sono
convinto che miglioreremo rispetto all'anno scorso e che riusciremo a
battere una grande. Ora però sono concentrato sul Cagliari e
penseremo partita dopo partita».