Mihajlovic storce il naso: «Questa partita andava vinta»
La cena non la pagherà nessuno. O meglio, la pagheranno entrambi, Sinisa Mihajlovic e Zedenek Zeman, facendo alla romana – e come sennò, mettendosi gambe sotto al tavolo nella capitale -, così come hanno fatto sul campo, smezzando un piatto da tre punti in un 2-2 che fa più gola al Cagliari che non a noi. Anche se in realtà, Sinisa sa di dover offrire almeno un caffè, viste le tante occasioni di k.o. buttate al vento. «È vero che abbiamo fatto un pari – comincia il tecnico doriano -, ma per me questa gara non è stata pareggiata, ma persa. Non sono arrabbiato, però; ma deluso. Anche se è vero che ci è andato tutto male sin dall'inizio: Soriano fuori sin dal riscaldamento, Viviano out per infortunio, e poi tutti i cambi obbligati. Insomma, avrebbe potuto girar meglio».
Vuoto. «Abbiamo giocato per la gente di Genova – dice Sinisa riprendendo
le parole usate sabato in conferenza -, per coloro che sono stati
colpiti dall'alluvione. Il nostro demerito è stato quello di non
chiudere la gara ad inizio ripresa: all'espulsione non avremmo dovuto
neanche arrivarci. Serve maggiore maturità se si voglio vincere queste
partite».
Pieno. L'altra metà del bicchiere, però… «Guardiamo
anche al lato positivo – commenta recuperando un po' di buon umore -,
perché siamo terzi ed imbattuti alla settima giornata. Che non è cosa da
tutti. Siamo molto ambiziosi però, per cui dobbiamo imparare a portare a
casa il massimo anche da match come questi».
Rabbia. Tra sette giorni,
la Roma, distante appena tre lunghezze. Per una gara nella quale
Mihajlovic si aspetta una squadra mossa dalla voglia di rivalsa: «Spero
vivamente che i miei calciatori abbiano la stessa rabbia e la stessa
delusione che ho dentro io in questo momento».