Il manifesto di Giampaolo: «Lavoro, dedizione e quell’infinita voglia di migliorare»
«Prima di decidere dove vogliamo arrivare, è necessario creare i presupposti per arrivarci. Il resto è propaganda». Parla così Marco Giampaolo nella sua prima conferenza come tecnico della Sampdoria: non è qui per guidare fanfare, ma piuttosto per mettere a punto con dedizione e minuzia una squadra che ci faccia presto scordare l’ultima zoppicante annata. «Sono molto felice – dice il mister -, ho sfiorato più volte questa panchina e quest’anno è finalmente arrivata la chiamata dal direttore Carlo Osti, a cui hanno fatto seguito i miei positivi incontri con il presidente Massimo Ferrero».
Collettivo. La scorsa stagione la squadra ha chiuso con 40 punti, il necessario per salvarsi, ma nulla più. «Quella formazione aveva una cifra tecnica per cui avrebbe meritato di più – dice in conferenza -, ma evidentemente sono stati commessi degli errori. Ci dovremo migliorare. Attualmente la rosa è disomogenea: vedremo di metterla a posto il prima possibile. Per fare un calcio collettivo come il mio il ritiro è un momento di grande importanza».
Miglioramenti. Bando al passato, oggi nasce la Sampdoria di Giampaolo. «Negli anni scorsi ho lavorato con Silvestre e Quagliarella – ricorda in conferenza a Bogliasco -, ma io credo che ogni calciatore cambi di momento in momento. Potremmo ritrovarci molto diversi da come ci eravamo lasciati. Quali sono i profili ideali per me? Quelli che hanno dedizione, senso di appartenza, cultura del lavoro e voglia di migliorarsi, che, nei giovani in particolare, è una benzina naturale».
Credito. I tifosi gli hanno subito dato credito con un bello striscione fuori dal “Mugnaini”, ma neo-allenatore doriano ha le idee chiare sull’argomento: «Ho imparato che nel calcio bisogna ogni volta guadagnare la stima e la fiducia del mio presidente, della mia società e dei miei giocatori e anche del pubblico».