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La storia di Becucci: «Più forte della Guillain-Barré, resto nel calcio grazie alla Samp»

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La storia di Becucci: «Più forte della Guillain-Barré, resto nel calcio grazie alla Samp»

Una storia di sogni, forza di volontà e cambi di prospettiva. Tifoso doriano come il papà, all’età di sette anni Matteo Becucci riceve la chiamata dal Settore Giovanile blucerchiato e ne entra a far parte. È l’inizio di un sogno cullato fin da bambino, ma che sette stagioni più tardi si interrompe in maniera traumatica. L’affaticamento nel corso di un derby di campionato è la prima avvisaglia di qualcosa di più serio. Gli esami a cui il giovane calciatore si sottopone danno un responso inesorabile: sindrome di Guillain-Barré, una patologia che attacca il sistema nervoso e porta – in alcuni casi – alla paralisi degli arti.

Sogno. Per Matteo comincia un vero e proprio calvario, ma «con l’aiuto dei miei genitori e della Sampdoria, che mi è sempre rimasta vicino, sono riuscito a venirne fuori – racconta al media ufficiale -. Accettare di non poter più giocare a calcio non è stato facile, ma grazie al presidente e al responsabile dell’Academy il mio sogno continua».

Mister. «Mi hanno proposto di rimanere nella famiglia blucerchiata – continua -, seppur con un ruolo diverso, nello staff tecnico di Pulcini e Primi Calci. Adesso per me inizia una nuova avventura da mister al fianco di allenatori esperti: mi impegnerò come ho sempre fatto quando giocavo e ai bambini cercherò di trasmettere la mia sampdorianità».

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